Una battaglia iniziata dall’allora sindaco Giorgio Parisse, nel 1998, portata avanti poi dalle altre amministrazioni, compreso l’attuale primo cittadino Robert Verrocchio che ha sottolineato tutti i meriti che hanno avuto i dirigenti del Comune e l’ex sindaco Parisse.
“I miei predecessori hanno insistito su questo tema”, ha spiegato il sindaco Verrocchio, “hanno dimostrato che le piattaforme al largo essendo collegate alla rete a terra nel nostro territorio, avrebbero dovuto pagare l’Ici. Per quanto riguarda ora le somme da incassare, la cassazione dice anche che il valore imponibile fa riferimento sui valori contabili dell’Eni”.
Tutto era nato nel momento in cui l’Eni aveva versato negli anni ’90 l’Iciap, poi sostituita dall’Ici. Secondo i dirigenti del Comune se il colosso dell’energia aveva pagato l’Iciap, avrebbe dovuto quindi versare anche l’Ici. L’avvocato Ferdinando D’Amario è colui che ha seguito l’intera vicenda per conto dell’amministrazione pinetese.
Ed ora sa che altri Comuni percorreranno la strada tracciata con la sentenza della Cassazione. Anche se l’Eni si appella alla legge di stabilità 2016.
“Mi sarei augurato che anche altri Comuni iniziassero prima questa battaglia, così come ha fatto Pineto”, ha sottolineato l’avvocato D’Amario, “accodarsi è positivo, ma non encomiabile. Ora l’Eni cita la legge di stabilità 2016. Ma non è retroattiva”. Il Comune dovrebbe incassare 33milioni di euro. Ma è chiaro che l’Eni si opporrà con ogni forza. Tra l’altro sul quantum è probabile che venga avviato un accertamento con gli organi competenti.