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Nuovo sistema planetario, scoperta fatta da un ricercatore di Civitella del Tronto

Civitella del Tronto. Una scoperta scientifica, nata grazie ad un gruppo di ricercatori all’Università di Padova, che ha delle origini anche abruzzesi. Anzi, civitellesi.

 

 

La scoperta, che ha avuto ampio risalto sulle pagine scientifiche di Repubblica, ha tra i suoi attori Luca Malavolta, di Villa Lempa (popolosa frazione di Civitella del Tronto).
La materia è decisamente tecnica, ma volerla sintetizzare, i ricercatori universitari hanno “scoperto” il primo sistema planetario multiplo in un ammasso di stelle.

 
A rimbalzare la notizia è il sindaco, Cristina Di Pietro, attraverso la sua pagina Facebook. Il sindaco ha chiesto al giovane ricercatore una spiegazione della scoperta, che sempre attraverso il popolare social, Luca Malavolta ha subito fornito.

 

La spiegazione di Luca Malavolta

Il primo pianeta extra-solare, cioè che orbita intorno una stella diversa dal nostro sole, è stato scoperto appena venti anni fa. Da allora sono stati scoperti migliaia di sistemi planetari, composti da pianeti singoli o in sistemi multipli (quando c’è più di un pianeta intorno alla stessa stella), quasi tutti molto diversi da quelli del sistema Solare. In molti casi pianeti più grandi di Giove sono stati trovati così vicini alla loro stella da farne il giro completo in pochi giorni invece che anni (come invece succede nel nostro Sistema Solare), gli scienziati si sono quindi messi alla ricerca di una spiegazione del perché si formino pianeti così strani piuttosto che pianeti simili alla terra.
La maggior parte dei pianeti è stata scoperta intorno a stelle “di campo”, cioè stelle isolate lontane l’una dall’altra, di queste però è difficile stimarne l’età, la loro massa e i componenti chimici che le formano, tutti ingredienti che contribuiscono alla formazione planetaria. Gli “ammassi aperti” sono gruppi di stelle che sono nate nello stesso momento, si trovano alla stessa distanza e hanno la stessa composizione chimica, quindi è più facile misurare queste proprietà e capire come influenzano la formazione dei pianeti. Cercare pianeti in stelle di ammasso è però più difficile perché queste sono più giovani delle stelle “di campo”, cioè hanno variazioni di luminosità che nascondono la presenza del pianeta. Per questo motivo meno di un decina di pianeti in ammassi aperti è stata scoperta finora, e tutti in sistemi singoli (un solo pianeta per stella). Per capire come si è formato un sistema planetario abbiamo bisogno di identificare almeno due pianeti intorno alla stessa stella, perché le diverse spiegazioni proposte dagli scienziati prevedono risultati diversi per il pianeta più esterno del sistema. Il sistema da noi scoperto, anche grazie al fondamentale aiuto dei miei colleghi a Padova, è il primo sistema multiplo scoperto in un ammasso stellare, e questo ci ha permesso di misurarne in dettaglio molte proprietà e capire come si è formato. Il pianeta più esterno è su un’orbita della durata di anni e a forma di ellisse anziché circolare, questa è la prova schiacciante che il sistema si sia formato per l’incontro ravvicinato tra pianeti che in precedenza erano su orbite differenti, e non per una lenta migrazione dei pianeti verso la stella come si pensa succeda in altri casi.
La ricerca di pianeti in ammassi aperti ovviamente continua, e speriamo che questo sia solo il primo di una lunga serie.