Le vuole dalla Asl di Teramo a cui ha scritto per ben due volte, ad ottobre e a dicembre dopo la sentenza di fallimento emessa il 10 settembre scorso dal tribunale teramano, le vuole dall’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente.
L’attività agli impianti di Grasciano va avanti per volontà della curatela fallimentare e in attesa del pronunciamento della Corte d’Appello dell’Aquila a cui è stato presentato dai sei Comuni soci, Notaresco compreso, il ricorso contro il fallimento. Ma negli ultimi mesi il problema maggiore riguarderebbe il cattivo odore che invade la vallata.
“Siamo nell’identica situazione di qualche anno fa”, ha spiegato il primo cittadino di Notaresco, “avevamo dato fiducia alla nuova governance del Cirsu, ma le ultime vicende hanno fatto precipitare la situazione. Io ricevo telefonate di persone che si lamentano per il cattivo odore. Voglio capire ed è per questo che ho scritto agli organi competenti per gli accertamenti relativi al lezzo che invade il nostro territorio e le aree limitrofe”.
Miasmi prodotti all’interno del polo tecnologico, dovuti all’accumulo probabilmente di rifiuti organici stoccati nei capannoni. Gli odori vengono quindi spinti dai venti nei centri abitati invadendo anche le aree produttive. Il sindaco Di Bonaventura vuole risposte. Se non arriveranno non esclude l’ipotesi di un provvedimento di forza per tutelare dal punto di vista igienico-sanitario i cittadini.