La Regione ha passato di mano le competenze ambientali alle Province ma, come denuncia l’associazione dei consumatori Robin Hood, non la documentazione in materia ambientale già fornita dalle imprese.
Risultato, imprese costrette di nuovo ad inoltrare quanto richiesto, con un ulteriore aggravio di spese.
LA PROVINCIA NON CI STA. “Tutte le autorizzazioni ambientali rilasciate prima dell’entrata in vigore del Testo unico ambientale dovevano essere, per legge, rinnovate sulla base di un preciso calendario – replica la Provincia di Teramo – Con l’entrata in vigore dell’Autorizzazione Unica Ambientale il rinnovo di anche un solo titolo autorizzatorio comporta una verifica su tutti i titoli necessari come il nulla osta sulla valutazione di impatto acustico. Quindi, le aziende che avevano autorizzazioni precedenti l’entrata in vigore dell’AUA hanno dovuto acquisire anche le altre autorizzazioni se mancanti. Per tutti i titoli autorizzatori rilasciati dalla Provincia si può arrivare a spendere al massimo circa 500 euro; i 2/3 mila euro ai quali fa riferimento l’Associazione, probabilmente, sono da imputare ai costi che le aziende hanno dovuto sostenere con i consulenti privati per le valutazioni ambientali. Ma è un adempimento che non può essere eluso: semplicemente chi aveva le vecchie autorizzazioni – ottenute con una procedura molto più semplice e con minori adempimenti – si è dovuto adeguare alle nuove norme. Per quanto riguarda le attestazioni ottenute da altri enti le imprese sono comunque obbligate a conservare queste certificzioni e a metterle a disposizione degli organi di controllo”.