Teramo. Nuovo allarme lanciato da Federconsumatori. Nell’occhio del ciclone, questa volta, i bond argentini, “uno dei tasselli delle operazioni che affondano le mani nei risparmi della gente”, come li ha definiti Pasquale Di Ferdinando, presidente della sezione teramana.
A smuovere l’associazione in difesa dei consumatori una serie di casi acclarati nel comprensorio teramano, circa 5mila per la precisione, che avrebbero messo a serio rischio importanti somme di denaro su consiglio degli istituti bancari.
Il problema è collegato al default dichiarato anni fa dallo Stato argentino, che avrebbe ovviamente messo il Paese nell’impossibilità di rimborsare i titoli in questione. Ciononostante, secondo Ferdeconsumatori le banche avrebbero comunque spinto le proprie filiali a vendere “spazzatura” per trasferire le perdite.
In soccorso dei risparmiatori arriva, però, in questi giorni la possibilità di una vera e propria OPS, ossia un’offerta pubblica di scambio che converte i vecchi bond argentini in altre obbligazioni, con le quali sarà possibile ottenere i rimborsi. Si tratta delle cosiddette obbligazioni Par e Discount: le prime verranno emesse per importi non superiori ai 40mila euro (o 50mila dollari) e consentiranno di ricevere un rimborso a partire dal 2038, le seconde, invece, emetteranno importi superiori a questa cifra e consentiranno rimborsi a partire dal 2033.
Federconsumatori invita ad approfittare di questa possibilità, ricordando che il termine di scadenza per collocare sul mercato le obbligazioni in questione è il 3 giugno. Ma, soprattutto, si dichiara disponibile a fornire il proprio supporto a chiunque intendesse dare avvio a contenziosi legali nei confronti degli istituti bancari coinvolti. “Nonostante l’evidente rischio” spiega, infatti, Di Ferdinando, “alcune banche hanno comunque collocato i bond tra i loro clienti. Per questo occorre stare molto attenti a ciò che ci si trova a firmare”.
Il riferimento è alla documentazione necessaria per usufruire dell’offerta. I risparmiatori devono, infatti, obbligatoriamente firmare un’alleva con cui si dichiara di rinunciare a portare avanti qualsiasi azione contro lo Stato argentino. “Il problema” interviene in merito Di Ferdinando “è se l’istituto bancario dovesse chiedere di firmare anche altro. Potrebbe verificarsi, infatti, di acconsentire senza volere ad un’ulteriore alleva, con cui si declina l’istituto stesso da ogni responsabilità”.
Sarebbero diverse le banche che stanno già avviando tavoli con associazioni di consumatori per evitare ogni tipo di disguido. I più colpiti, stando a quanto rilevato da Di Ferdinando, soprattutto pensionati.