Escono allo scoperto i fruitori del centro di riabilitazione, che lodano l’impegno costante degli operatori, ma che stimolano le associazioni affinché siano adottate soluzioni utili per risolvere la vertenza ed evitare che la struttura possa chiudere i battenti. Ecco il testo integrale della lettera.
“I Centri San. Stef.A.R., così come quello di Roseto” si legge, “ ormai è cosa nota, fanno parte del Gruppo Angelini e quindi da un tempo ormai intollerabile i dipendenti non ricevono lo stipendio, non hanno garanzie per il presente e per il futuro e con loro anche i pazienti che frequentano i vari Centri rischiano di essere spostati senza un criterio o peggio ancora esclusi dai trattamenti.
Ciò, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, non ha ancora particolarmente gravato su noi pazienti ma solo ed esclusivamente grazie alla grande generosità, all’ammirevole senso di responsabilità, all’onestà professionale e alla impagabile umanità che tutti gli operatori del Centro hanno mostrato nei nostri confronti, continuando nella loro opera quotidiana, senza manifestare mai un minimo cenno di disagio o di irrequietezza. Ogni giorno puntuali hanno varcato la soglia del loro luogo di lavoro per offrire quel sostegno vitale di cui hanno bisogno i nostri bambini e tutti i pazienti ma senza che qualcun altro abbia fatto lo stesso per loro!
Ciò che ci preme far comprendere (attenzione: comprendere va oltre il capire, comprendere vuol dire essere vicini con il cuore, non si tratta solo di far funzionare il cervello e fare due conti!) è che i centri di riabilitazione – in special modo, quelli che trattano, oltre ai problemi fisici, malattie psichiche, psicologiche, degenerative, e che in più si occupano di bambini con queste patologie – non sono luoghi qualunque di lavoro o di cura!!
Nella maggior parte dei casi questi luoghi e in essi le persone che vi operano rappresentano la salvezza non solo per i pazienti ma anche per i familiari. Nel momento in cui ad un bambino viene diagnosticata una delle malattie sopracitate riuscite anche solo ad immaginare un genitore come si può sentire? Quante ansie, quante paure, quanti interrogativi apparentemente senza risposta si possono parare davanti? Ci si sente soli e sperduti. Spesso solo ed esclusivamente dall’incontro con persone competenti e appassionate del loro lavoro è possibile intravedere una luce nel tunnel in cui ci si trova. Si inizia così un cammino, si condividono le gioie dei passi avanti, dei miglioramenti e le amarezze di giorni ancora più difficili di altri.
Come possiamo rimanere muti di fronte alla possibilità che tutto questo tra poco debba finire o risultare smembrato, senza che chi è preposto a questo debba tener conto delle esigenze e dei diritti di chi lavora e di chi viene curato? In questo anno la gestione del problema legato al Gruppo Angelini e in particolare ai Centri San. Stef.A.R. è stato di volta in volta rimandato, dimenticato, non considerato. Il tempo trascorso è troppo!
Solo persone senza coscienza possono ignorare o peggio falsificare con il loro comportamento, di fatto, questa realtà incontrovertibile! Ci rivolgiamo a chi di dovere, a chi può aiutarci, a chi ha la possibilità di risolvere concretamente la situazione: il governatore Chiodi, l’assessore alla Sanità Venturoni, i consiglieri di opposizione, i sindacati, i giudici, il possibile acquirente del Gruppo.
Chiediamo a tutti e in particolare a chi ci deve tutelare, a chi ha ricevuto il mandato in questa Regione, di garantire lo stato di diritto. La gente è stanca di dover lottare per cose che, invece di essere ridotte, dovrebbero essere potenziate! Basta riempirsi di paroloni, di sbandierare la lotta per il diritto alla vita, quando poi appena c’è un problema di salute più grave, in cui solo l’attenzione e l’aiuto della comunità possono fare la differenza, le persone vengono considerate di serie Z e i loro diritti ignorati e calpestati.
È pertanto necessario, vitale ed indispensabile che il Centro di riabilitazione San. Stef.A.R. di Roseto degli Abruzzi continui nella sua mirabile opera di assistenza ai pazienti, nel segno della continuità e della tutela e dei diritti dei lavoratori impiegati e dei pazienti assistiti”.