Arriveranno probabilmente lunedì mattina i tre curatori fallimentari nominati dal giudice Giovanni Cirillo a seguito della sentenza di fallimento che ha interessato il Cirsu, il consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani.
Gabriele Bottini, Eda Silvestrini e Carlo Arfè sono attesi nella sede di Grasciano per prendere possesso di tutta la struttura e decidere quindi il da farsi, visto che con la sentenza sono venuti a decadere tutti i poteri del consiglio di amministrazione, guidato dal presidente Angelo Di Matteo.
La curatela dovrà come prima cosa valutare la situazione, capire se il polo tecnologico può e soprattutto se deve portare avanti l’attività. Anche perché un’eventuale sospensione del lavoro all’interno delle strutture del Cirsu comporterebbe una serie di rischi, di natura sociale, ambientale e sanitaria visto che si correrebbe il pericolo di ritrovarsi montagne di rifiuti in strada. Al Cirsu quindi potrebbe essere concesso l’esercizio provvisorio.
In mattinata, il sindaco di Roseto Enio Pavone, su mandato degli altri sindaci aderenti al Cirsu si è recato in Tribunale a Teramo per presentare una richiesta di incontro urgente, sottoscritta da tutti i sindaci dell’area consortile (oltre a roseto ci sono anche Giulianova, Notaresco, Bellante, Mosciano e Morro D’Oro), con il giudice Cirillo.
Lo scopo è proprio quello di esporre le preoccupazioni per la continuità del servizio pubblico essenziale relativo al conferimento e al trattamento dei rifiuti solidi urbani dei comuni soci e degli altri comuni che utilizzano attualmente l’impianto.
“Questa è infatti la preoccupazione principale di noi sindaci”, ha puntualizzato il primo cittadino rosetano, “che è stata ribadita nel corso dell’Assemblea che si è tenuta ieri pomeriggio subito dopo la notizia della dichiarazione di fallimento della società”.
Per quanto riguarda il provvedimento del tribunale fallimentare di Teramo i Comuni soci rispondono solo per la quota capitale che non va oltre i 20mila euro per ciascun ente. Questo vuol dire che i bilanci delle sei amministrazioni comunali non sono a rischio.
La curatela avrà ora l’onere di accertare lo stato passivo del consorzio, ma anche quello creditizio. Sia Cirsu, sia l’assemblea dei sindaci sperano tuttavia che il ricorso che verrà presentato entro i termini previsti dalla legge (30 giorni dalla notifica della sentenza) possa essere accolto con concessione della sospensiva.