Giulianova. Stop alla pesca delle vongole a partire dal prossimo primo aprile. La decisione è stata presa dagli stessi responsabili delle vongolare di Giulianova per tutelare il fondale marino, garantendo la riproduzione della pregiata “Venus Galina”, conosciuta più come vongola comune.
Per un mese consecutivo, dunque, l’attività delle vongolare sarà completamente sospesa. Ma nel frattempo monta la protesta della Federpesca, schierata al fianco dei pescatori, a proposito della riduzione degli spazi di pesca in seguito all’istituzione dell’Area Marina Protetta del Cerrano. Il Cogevo, ovvero il consorzio di gestione delle vongolare, e la stessa Federpesca avevano chiesto l’istituzione di un corridoio di pesca in modo tale da creare anche un prodotto di assoluta qualità, attribuendo un marchio doc che identificasse la vongola pescata all’interno dell’area marina.
Finora, però, l’unico atto che possa dare una speranza alle vongolare di pescare nelle acque dell’area marina del Cerrano è stato prodotto dal Comune di Silvi. La Giunta municipale, infatti, ha approvato una delibera propedeutica al rilascio di autorizzazioni di pesca. Tuttavia servono anche l’atto deliberativo della Giunta municipale di Pineto, territorio all’interno del quale si sviluppa l’area marina del Cerrano, e le autorizzazioni del Ministero dell’Ambiente. Ma ci sono anche altri ostacoli da superare, a cominciare dall’opposizione di Legambiente di Silvi che ha fatto sapere che si batterà affinché all’interno dello specchio di mare che determina l’area protetta non venga rilasciata alcuna autorizzazione di pesca. Gli armatori di Giulianova sono molto preoccupati in quanto il compartimento di pesca con l’istituzione del parco marino si è ridotto notevolmente.
“La flottiglia di Giulianova è composta da circa 80 imbarcazioni”, fa sapere Walter Squeo, responsabile regionale della Federpesca, “riducendo gli spazi di pesca si rischia di mettere in ginocchio la categoria. Le vongolare non hanno mai chiesto negli ultimi anni sovvenzioni allo Stato, né cassa integrazione. Ci sono giovani che hanno investito su questa attività, disposti a fare sacrifici. Ma in questo modo vengono scoraggiati. Un corridoio di pesca nell’area marina protetta è necessario, limitando il quantitativo da pescare, il numero di barche che giornalmente possono accedere in questa zona. Ma non può essere tutto interdetto all’attività”.
Squeo ricorda poi che il compartimento di Ortona è composto da una ventina di vongolare che però può contare su uno specchio acqueo di pesca molto più ampio. Sul corridoio di pesca all’interno dell’area marina protetta si tornerà a parlare subito dopo le festività di Pasqua. Intanto, Valentino Cappelletti e Andrea Coccia sono due giovanissimi armatori di vongolare che hanno deciso di investire le loro risorse nella pesca delle vongole. “Ma se ci riducono lo spazio di pesca”, dicono, “la crisi sarà profonda e noi saremo costretti probabilmente a dare altro”.
Lino Nazionale