Teramo Nostra, il futuro del Teatro Romano

teatro_romanoTeramo. Palazzo Adamoli deve essere abbattuto, per permettere il totale recupero dell’antico Teatro Romano. Lo dice a gran voce Piero Chiarini, presidente dell’associazione Teramo Nostra, sostenuto dai suoi collaboratori, Alberto Melarangelo e Antonio Topitti in prima linea.

E tutti sembrano essere d’accordo, a partire dall’amministrazione comunale.

O almeno questo pare. In realtà, allo stato dei fatti, il Teatro Romano, o meglio, quello che ne resta, rimane lo “scempio” numero uno della città.

“Ma se tutti concordano con l’abbattimento” dice Melarangelo “perché allora si parla dello spostamento delle pietre in travertino che in origine componevano i quattro archi? Perché sono state messe quelle travi in ferro come sostegno? E perché è stato nominato un architetto esperto in restauri, piuttosto che un esperto in recupero di antichi teatri romani? Se si vuole abbattere Palazzo Adamoli, a cosa serve il restauro?”.

L’associazione Teramo Nostra, per questo, chiede un confronto diretto con le istituzioni, per discutere delle plausibili e logiche soluzioni.

Di Teatro Romano, infatti, se ne parla da anni. Ma, tant’è, ad oggi nulla è cambiato.

“Quello che è successo è scandaloso” interviene l’assessore comunale Piero Romanelli. “E’ fuori discussione: noi siamo per l’abbattimento dei Palazzo Adamoli e Salvoni, per restituire dignità al Teatro Romano”.

Sull’argomento, sono stati coinvolti il deputato radicale Elisabetta Zamparutti e Vittorio Sgarbi.

Il problema comincia ad andare oltre i confini comunali, per porre all’attenzione di tutti quello che è stato definito un “vero scandalo”.

“Tuttavia” conclude Topitti “vorremmo che anche i parlamentari teramani, di maggioranza e opposizione, assumessero una posizione: loro da che parte stanno?”.

Marina Serra


 

 

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