Teramo. Sabato 13 e domenica 14 marzo i sostenitori della Lav (Lega Anti Vivisezione) saranno presenti con una banchetto in Corso San Giorgio per lanciare la loro campagna in difesa di 40 milioni galline e per chiedere ai consumatori di preferire le uova di galline libere (codice 0 sull’etichetta), piuttosto che quelle provenienti da allevamento in gabbia (codice 3 sull’etichetta).
Chi lo vorrà, potrà firmare le cartoline-appello rivolte ad amministrazioni locali e supermercati, ricevere la guida-pratica della Lav per orientarsi sulla scelta delle uova, firmare la petizione affinché le amministrazioni locali garantiscano l’opzione vegetariana nelle mense, ricevere informazioni sull’alimentazione che fa bene a noi tutti, ma anche agli animali, sostenere questa campagna per restituire la libertà alle galline e portare a casa il tradizionale uovo di cioccolato fondente della LAV (commercio equo e solidale), in cambio di un piccolo contributo (minimo 11 euro).
Secondo i dati forniti dalla Lav, infatti, in Italia, l’80% delle galline allevate (circa 40 milioni) passano la loro breve vita rinchiuse in una stretta gabbia di batteria (con uno spazio a disposizione inferiore a un foglio A4), senza alcuna possibilità di muoversi né manifestare comportamenti naturali, per produrre gran parte di quei 12,9 miliardi di uova consumate dalle famiglie italiane in un anno.
Queste ultime, scegliendo di acquistare uova di galline libere, possono favorire la riconversione di questo sistema d’allevamento intensivo.
Proprio per questo la LAV invita i consumatori a leggere sempre con molta attenzione l’etichetta delle confezioni di uova.
Secondo un’indagine di Eurobarometro, il 62% dei consumatori UE sarebbe disponibile a cambiare l’abituale supermercato pur di acquistare prodotti maggiormente rispettosi del benessere degli animali.
Negli ultimi anni, grazie alla sensibilità dei consumatori che considerano negativamente l’allevamento in gabbia, la vendita di uova derivanti da sistemi alternativi risulta in crescita, a testimonianza che i produttori si troveranno sempre di più a dover soddisfare una domanda crescente di uova di galline libere.
Questo nonostante l’industria avicola opponga forti resistenze all’abbandono di sistemi di allevamento intensivi, tanto che il bando delle gabbie di batteria delle galline previsto da una Direttiva UE a partire dal 1° gennaio del 2012, rischia di essere inapplicato.
Marina Serra