Una sconfitta. E’ stata definita così dai genitori di Lorenzo, un ragazzo autistico di 13 anni, la decisione, praticamente imposta dal Comune di Teramo, di rinunciare al servizio di assistenza per il figlio, perchè troppo onerosa. E lo ha fatto scrivendo una lettera aperta al sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi.
Non servono commenti. Il livello di civiltà di un popolo si misura anche dall’attenzione che viene riservata alle così dette “fasce deboli”.
Al Sindaco di Teramo
L’autismo è uno “stigma” sociale, che condanna molte famiglie a un isolamento che va spezzato”.
(Papa Francesco a Istituzioni e Governi – Novembre 2014)
Bisogna trovare forme e modi affinchè lo Stato garantisca una piena assistenza alle persone con autismo per tutto l’arco della vita: questo è infatti uno dei banchi di prova su cui si misura la civiltà di un Paese (Sergio Mattarella – Aprile 2015)
Siamo i genitori di un ragazzo disabile di 13 anni, certificato dalla competente ASL di Teramo, affetto da una grave forma di autismo, non verbale. Da anni lottiamo per rendere la sua vita la più dignitosa possibile con grandi sacrifici nostri e di suo fratello di due anni più grande. Siamo riusciti negli anni, malgrado la sua grave disabilità, a farlo progredire enormemente facendogli acquisire alcune autonomie importanti per la vita di ogni giorno. Tutto questo grazie all’eccellente Centro per l’autismo di L’Aquila in cui il ragazzo si reca ogni giorno da cinque anni e grazie anche a insegnanti e educatrici fortemente motivate in quanto affezionatesi al ragazzo. I Servizi sociali del Comune di Teramo ci hanno garantito in questi anni circa 15 ore settimanali di assistenza domiciliare, ossia tre mezze giornate alla settimana in cui delle operatrici portavano il bambino a svolgere attività ludiche (piscina, passeggiate, maneggio) necessarie per acquisire e rinforzare le sue autonomie, dando nello stesso tempo respiro alla famiglia.
I servizi sociali del Comune ad aprile di quest’anno hanno riformulato il regolamento per accedere ai servizi di assistenza facendo perno sul reddito, nuovo ISEE, ponendo il limite per poter avere il servizio o gratuito o con una compartecipazione a 14000 euro, senza stabilire delle corsie particolari verso i minori e ragazzi con disabiltà grave, soggetti a isolamento sociale se non addirittura a essere nel tempo rinchiusi in un Istituto, cosa che in alcuni casi è già awenuta con un costo enorrne a carico della società, 600 euro al giorno.
Nella nostra famiglia l’unica fonte di reddito è quella del papà che lavora come impiegato, ma che naturalmente avendo uno stipendio, una casa ereditata dai propri genitori e qualche risparmio faticosamente accumulato per il futuro del proprio figlio, supera il reddito ISEE di 14000. Siamo stati convocati dai servizi sociali e portati a conoscenza che il servizio non ci poteva più essere corrisposto, ma che potevamo usufruire del servizio a nostro totale carico e ci hanno presentato il conto di Euro 1446, mensili.
Abbiamo cercato di far capire in tutti i modi che questo importo non era da noi sostenibile e che eravamo disponibili a compartecipare alla spesa, ma ci hanno fatto firmare la lettera allegata che per noi è stata una vera sconfitta morale, abbandonati anche da chi ci doveva aiutare. La nostra famiglia continuerà a fare il massimo possibile per rendere la vita di questo ragazzo più dignitosa possibile e non lo abbandonerà mai, convinti che la giustizia in tutte le sue forme, lenta ma inesorabile, prima o poi arriverà.
I genitori di Lorenzo