Giulianova. Mentre a Giulianova proseguono i lavori per la pista ciclabile fronteggiante il porto, con qualche polemica a causa dei rallentamenti del traffico provocati dai numerosi automobilisti che parcheggiano in divieto di sosta, la situazione dei percorsi ciclabili esistenti non è delle migliori.
Gli alberelli piantati nella striminzita aiuola che divide il percorso ciclabile da quello pedonale, nella zona sud della città, sono ormai tutti morti o morenti, e ampi tratti soffrono di mancata manutenzione e di incuria in generale. Anche la ciclabile che costeggia il lungomare monumentale è sbiadita e quella sul marciapiede della zona nord, tra betonelle disconnesse e interferenze con i pedoni, crea non poche difficoltà ai sempre più numerosi ciclisti che, in questi giorni, affollano quello che dovrebbe essere un tratto della ciclabile nazionale denominata “Ciclovia Adriatica”.
Non se la passano meglio neppure le opere d’arte che accompagnano il percorso: la scultura “Nuovo Ciclista”, posizionata in un’area verde adiacente la pista ciclabile sud, è deteriorata in più punti e necessiterebbe di una radicale opera di manutenzione. Sembra, però, che la scultura non sia mai stata pagata all’artista, la pescarese Gloria Sulli, vincitrice, nel 2009, del 1° Premio nazionale “Venanzo Crocetti” Città di Giulianova, organizzato in occasione del centenario del Futurismo. In occasione dell’installazione dell’opera, il primo cittadino Francesco Mastromauro, dichiarava “L’opera consacra quella cultura ‘ciclabile’ su cui l’Amministrazione sta puntando moltissimo. Dal 5 luglio, dunque, la scultura della Sulli farà mostra di sé in prossimità della pista ciclabile del lungomare sud rammentando non solo l’importanza di quello che io considero uno dei più piacevoli mezzi di trasporto, la bicicletta appunto, ma anche uno dei più grandi scultori del Novecento, cioè Venanzo Crocetti, al cui nome è stato opportunamente dedicato il Premio vinto dalla giovane scultrice pescarese”.
Da come è messo il monumento e da quello che è stato fatto, in questi anni, per la mobilità ciclistica, di quella “cultura ciclabile” decantata dal sindaco, evidentemente, si deve essere persa traccia.