Si chiede di valutare la possibilità di pesca delle vongole al fine di garantire le attività della pesca dei molluschi così come richiesto dal consorzio dei vongolari Cogevo. La delibera consigliare è stata presentata in assise dall’assessore al demanio marittimo Fabrizio Valloscura che, insieme al sindaco Gaetano Vallescura e al presidente del consiglio comunale Carlo Di Francesco, si sta interessando della vicenda. L’atto deliberativo parla specificatamente di valutare la “possibilità di usufruire di un corridoio di pesca, all’interno del Parco Marino, in cui poter svolgere attività compatibile con la salvaguardia del Parco e qualificare la risorsa dei molluschi bivalvi creando una vongola doc locale“.
Il tutto, ovviamente, nel rispetto del regolamento delle attività consentite e previa stipula di una convenzione tra ente parco e Cogevo. In realtà, già una delibera del consiglio provinciale di Teramo rilevò l’opportunità di dare massima attenzione alle istanze dei pescatori di vongole. Nacque allora l’ipotesi di un corridoio di pesca all’interno delle acque interessate, con modalità e tempi regolamentati rigorosamente, e da lì l’idea della “vongola doc del Cerrano”, come prodotto tipico da veicolare nei mercati insieme all’immagine dell’area marina protetta.
L’eventualità di pesca, tuttavia, contrasterebbe con l’istituzione di area posta a tutela ambientale. Ma secondo molti amministratori nel caso di una previsione del corridoio di pesca, esso verrebbe individuato nella zona D, posta più a largo. Il parco è compreso per un tratto di costa di 7 chilometri e si estende fino a 3 miglia nautiche. Ci sono tre zone: zona B di circa 1 km, localizzata di fronte l’area della Torre; zona C che si estende fino a 2 km; zona D che arriva fino a superare i 3 miglia. “Questo atto vuol essere un imput per il futuro ente gestorio del parco”, ha spiegato il sindaco Gaetano Vallescura, “per rendersi conto che l’Area Protetta rimane un punto di riferimento per la tutela di questa zona e per lo sviluppo di tematiche ambientali. Ma non possiamo abbandonare questa categoria di pescatori che vedrebbe ridursi le aree di pesca. Come mi ha rappresentato il presidente della Cogevo, Giovanni Di Mattia, le aree compartimentali di pesca abruzzese hanno subito un certo squilibrio negli ultimi anni, inoltre nel compartimento nord ci sono ben 84 imprese che danno lavoro a 300 persone e che inoltre la categoria sarebbe disposta a modificare le attrezzature di pesca. Chiedo di porre in primo piano nel dibattito regionale di una nuova regolamentazione su tutta la costa abruzzese e tenere conto dell’interesse delle vongolare”.
Lino Nazionale