Atri, filmava donne in piscina: Cassazione “riqualifica” il reato

Atri. Filmava donne, ma anche minorenni, che frequentavano la piscina dove all’epoca lavorava come istruttore, ad Atri. Per questo, riconosciuto colpevole di interferenza illecita nella vita privata, in primo grado era stato condannato a due anni e quattro mesi.

 

 

In appello, la pena era stata ridotta ad un anno e quattro mesi, anche per l’estinzione di alcuni capi di imputazione a causa della prescrizione. Prescrizione ancora possibile per alcuni capi di imputazione a carico dell’uomo. La vicenda, però, dovrà ora tornare in appello in quanto la Cassazione ha riqualificato il reato: da illecita interferenza nella vita privata a violenza privata.

 

 

 

 

 

“Sono soddisfatta che la Corte, nel ritenere che la piscina non sia equiparabile ad un privata dimora, abbia deciso di inquadrare l’accaduto sotto un’altra ipotesi di reato – ha sottolineato l’avvocato Manola Di Pasquale che rappresenta alcune molte delle donne che all’epoca si costituirono parte civile – ma la normativa va rivista in quanto c’è un vuoto normativo  che rischia di far restare impuniti questi comportamenti”.

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