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Giulianova, marineria inquieta. L’Inps teramana non versa le quote della Cig.

Giulianova. La marineria giuliese è sul sentiero di guerra e annuncia il disarmo in vista del prossimo fermo biologico in quanto l’Inps di Teramo non ha provveduto al versamento delle somme di cassa integrazione così come stabilito dagli accordi sindacali di categoria. Questa mattina al porto giuliese il malcontento dei pescatori che attendono la cassa integrazione dallo scorso mese di dicembre.

Si tratta peraltro di una somma non eccezionale, inferiore a 700 euro lordi ma a cui la marineria ha diritto. Il responsabile regionale della Federpesca, Walter Squeo (foto a destra), ha analizzato il malcontento della categoria, dovuto anche ad una disparità di trattamento tra le stesse marinerie abruzzesi. “I marittimi di Pescara”, ha sottolineato Squeo, “hanno ottenuto le somme, così come anche i pugliesi visto che la direzione dell’Inps di riferimento ha provveduto al pagamento delle spettanze così come era stato concordato a suo tempo. L’Inps di Teramo, invece, non ha ancora provveduto, nonostante le somme dovevano essere versate già a dicembre. Ci siamo informati con la Direzione di Roma dell’istituto di previdenza la quale ha confermato di aver dato il via libera al pagamento, anche perché i soldi sono disponibili. L’Inps di Teramo ci dice che non ha avuto ancora l’autorizzazione al versamento e che non spetta a loro l’incarico di informarsi a Roma”.

Una situazione che sta portando la marineria di Giulianova all’esasperazione. Anche perché il fatturato scende, mentre le spese sono in costante aumento. Due anni fa circa la protesta per il caro gasolio con uno sciopero della marineria che andò avanti per circa tre settimane. I pescatori di Giulianova hanno dato un ultimatum a chi di dovere: ottenere la cassa integrazione entro Pasqua, altrimenti in occasione del prossimo fermo biologico attueranno una protesta ancora più significativa rispetto allo sciopero di due anni fa.

“Siamo pronti al disarmo delle nostre imbarcazioni”, fa sapere Alfredo Danesi, armatore dell’imbarcazione a strascico Vikingo, “se decidiamo di fermarci e di riconsegnare i documenti avviando le procedure dello sbarco dell’equipaggio e quindi del disarmo, l’Inps ci dovrà molti più soldi di quelli che ci spettano ora, così come prevede la normativa. Non capiamo questa disparità di trattamento: la marineria pescarese ha avuto i soldi, noi del comprensorio della costa teramana ancora nulla. E qui si fa la fame sul serio perché il settore è in crisi da tempo”.
Lino Nazionale