Un taglio che supera di 1 milione e 100mila euro quanto previsto e che si attesta sui 6 milioni e mezzo. Il presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino, ha reso nota questa mattina, durante un incontro con l’assemblea del personale voluta dai sindacato, l’entità dei tagli ministeriali, cui l’ente deve far fronte. Con la riforma Del Rio, infatti, sono ancora tanti i nodi da sciogliere e che riguardano in particolare la mobilità dei dipendenti verso altri enti.
“Visto che il Governo fa i conti sulla base delle funzioni e del personale che da gennaio io non avrei più”, ha detto Di Sabatino, “ma che, in realtà, così come tutte le Province italiane, continuo a sostenere economicamente perché ancora nessuno ce li ha tolti, vorrà dire che qualcuno ci dovrà restituire quel 50% della spesa del personale che stiamo garantendo”.
Il presidente, inoltre, ha dato conto delle interlocuzioni avute con la Regione che dovrebbe entro fine mese legiferare in materia, non negando però che il problema cruciale resta quello delle risorse.
“Stiamo facendo un percorso insieme”, continua Di Sabatino, “ma sia le Regioni che le Province stanno ancora aspettando i criteri del Governo e soprattutto stanno aspettando di sapere che fine fanno i Centri per l’Impiego e le Polizie Provinciali. Senza questi punti fermi, richiamati dalla legge di riforma, a livello locale, è tutto più complicato. Se il Governo affrontasse la partita dei Centri per l’Impiego e quella della Polizia Provinciale, la lista degli esuberi non dovrebbe superare le 35/40 unità. Facendo un ragionamento con i Comuni potremmo garantire a tutti un ricollocamento. Ma nell’immediato rimane il problema delle risorse”.
Nel frattempo le quattro Province abruzzesi, come del resto la maggior parte di quelle italiane, non ha redatto la cosidetta “lista degli esuberi” collegata alle funzioni che sono state tolte alle Province proprio in attesa del provvedimento del Governo sui criteri con i quali decidere “quali” dipendenti finiscono in esubero.
A Teramo sono stati deliberati solo i prepensionamenti, con oltre 40 dipendenti che entro i prossimi quattro anni andranno in pensione. I primi “prepensionati” (Luigi Ponziani, Tonio D’Anastasio, Laila Esposito, Sandro Modesti e Rossana di Felice), sono stati salutati ieri con un brindisi dal Presidente e dai colleghi.