I monaci Benedettini hanno invece acconsentito alla celebrazione, inoltre il Comune ha messo a disposizione una squadra di operai per la tumulazione del feretro nel cimitero giuliese.
Sulle cause dell’incidente, intanto, il magistrato inquirente, anche sulla base della relazione consegnata dall’anatomopatologo Pino Sciarra, che ha eseguito ieri nel tardo pomeriggio l’autopsia sul cadavere del giovane centauro, non sembra più avere alcun dubbio. Piero Di Rocco ha riportato gravi lesioni dopo l’urto con la macchina, mentre con la sua moto si immetteva sulla statale 80 in direzione Teramo (stesso senso di marcia dell’auto) senza rispettare il segnale di stop sistemato all’incrocio di via Grosseto, strada dalla quale proveniva il nomade. Di Rocco ha urtato la vettura e il pedalino è rimasto incastrato nel paraurti dell’auto, causando alla moto un effetto catapulta.
Il giovane centauro è rimasto aggrappato al manubrio della sua Kawasaki, sbalzando in avanti improvvisamente. Un movimento che gli ha spezzato la spina dorsale e gli ha provocato lo schiacciamento del torace con lesioni gravissime ai polmoni, al cuore e fratture multiple alle costole.
Piero Di Rocco lascia la compagna Sonia Di Giorgio e tre figli, tutti minorenni, Osvaldo, Ersilia e Monica che portano i nomi dei suoi fratelli. Il feretro muoverà dall’abitazione della vittima, a Villa Pozzoni, per raggiungere poi la chiesa dei Benedettini.
Lino Nazionale