Ed è proprio lo psichiatra a confermare che, all’arrivo dei primi soccorso, la piccola Ludovica era ancora viva: “”La bimba era sotto shock – ha raccontato – Si rendeva conto del dramma che stava vivendo e che non aveva nessun tipo di difesa dal padre”.
“Ha detto – ha spiegato ancora Di Giannantonio riguardo a Filippone- che la sua vita era irreversibilmente iniziata a cambiare in termini intollerabili 15 mesi prima. E tra gli episodi che l’hanno resa intollerabile, Filippone ha detto che c’era anche la perdita della madre”. Poche ore prima, la moglie, Marina Angrilli, 51 anni, era morta la mattina dopo essere precipitata da un appartamento a Chieti, di proprietà del marito (nella foto, i due coniugi).
Interrogato dai microfono della radio sulla possibilità di fare qualcosa di più per evitare la tragedia, lo psichiatra ha risposto: “No, mi sono trovato davanti a un muro. Filippone diceva che nella sua mente non c’era né la possibilità di essere perdonato né di comprendere le ragioni di quello che aveva fatto. Nella mente di Filippone tutto era già finito”.
Come le è apparsa la figlia sul cavalcavia? “La bimba era sotto shock. Si rendeva conto del dramma che stava vivendo e che non aveva nessun tipo di difesa dal padre”.
“Le forze dell’ordine mi hanno tenuto in un angolo su quel viadotto per cinque ore senza mai farmi parlare con mio fratello, eppure era stato lui a chiedere di vedermi. Poi Fausto si è buttato e io sono ancora qui, senza una spiegazione…”.
A parlare, in un’intervista sul Corriere della Sera, è Antonella Filippone, la sorella dell’omicida-suicida. A spiegare il motivo è proprio Di Giannantonio, interpellato sulla questione nel corso della trasmissione ‘Storie Italiane’ su Rai Uno: ha confermato che la donna non è stata fatta avvicinare dopo una attenta valutazione della situazione fatta con le forze dell’ordine, per timore che l’uomo volesse solo dare l’addio alla sorella per poi gettarsi nel vuoto.