Stavolta la causa è lo sciopero degli avvocati del foro di Avezzano, che protestano contro la mancanza di personale in tribunale.
Due legali impegnati nel processo fanno parte proprio di quel foro. Verranno quindi rinviate le tre udienze in programma dal 26 al 28 ottobre.
Si tornerà in aula il 9 novembre, con la discussione della superperizia eseguita dal pool di esperti del Politecnico di Milano.
“Dopo 15 rinvii e arrivati a quasi sei anni dalla strage”, i parenti delle vittime si definiscono “amareggiati, arrabbiati e profondamente delusi da un sistema giudiziario che permette tutto ciò. Abbiamo atteso sei lunghi mesi contando i giorni e le ore per arrivare alle udienze calendarizzate – scrivono al Comitato parenti vittime Rigopiano – poi ci cade il mondo addosso. L’astensione è un diritto, per carità, come lo è lo sciopero per tutti i lavoratori, con la differenza che i comuni mortali hanno dei limiti, dei periodi lavorativi in cui non possono scioperare, perché recherebbero un grande danno agli altri. Ma la legge, evidentemente, non è uguale per tutti”.
“Se è vero e giusto che tutti sono innocenti, fino a prova contraria – aggiungono – non comprendiamo il motivo per cui gli stessi legali difensori non cerchino di evitare questi allungamenti e non abbiano urgenza di dimostrare l’eventuale innocenza dei propri assistiti. Gli ‘angeli di Rigopiano’ meritano giustizia e per ottenerla ci siamo affidati a chi la amministra in nome del popolo italiano, sperando ci sia la forza e la volontà per far iniziare questo processo al più presto”.