Ad organizzarla, alla presenza dei familiari della vittima, è il Coordinamento Codice Rosso, nato dal sodalizio tra le attiviste Elena Pesce ed Adele Di Rocco, in prima linea contro la violenza di genere e per la certezza della pena.
“Per una giustizia concreta si auspica la riqualificazione del fatto in omicidio volontario. Questo è ciò che invoca e spera la famiglia di Anna”, afferma Carlo Corradi avvocato del foro di Pescara, legale della sorella della vittima, Isabella Martello che non si dà pace per la decisione: “Anna è stata uccisa e con questa sentenza oltre a lei anche noi familiari siamo morti due volte. Mi è rimasto solo sperare che il capo d’imputazione cambi perché questo è omicidio ed oggi ancora di più il nostro dolore è diventato forza, la stessa forza che ci farà continuare a lottare perchè ci sia una sentenza giusta“.
“Se il capo di accusa dovesse rimanere quello di omissione di soccorso a fronte della morte di una persona, saremo di fronte all’ennesima deligittimazione di un femminicidio e ciò costituirebbe un grave e pericolosissimo precedente. Se così sarà siamo sicuri che la mattanza di donne in corso non solo non accennerà a diminuire, bensì avverrà l’esatto contrario”, conclude il Coordinamento Codice Rosso, promotore dell’iniziativa.