“Tutto inizia nell’aprile del 2015 quando il controllore in servizio sul treno Trenitalia Termoli-Pescara rileva che un passeggero era senza biglietto”, racconta il legale del ferroviere, Pierpaolo Fischetti. “Per far recuperare una parte del costo complessivo del titolo di viaggio di 15 euro alla propria società, Armillotta – continua il legale – emette un biglietto di cambio treno di 8 euro, l’unico da poter stampare a bordo di un convoglio senza elevare una sanzione”. Da qui l’accusa, trasformatasi in denuncia, del trasgressore, il quale invece sosteneva di aver pagato una cifra superiore, ovvero 30 euro, per cui era stato derubato di 22 euro.
“Il trasgressore – precisa l’avvocato Fischetti – ha utilizzato anche una registrazione audio intercorsa tra lo stesso ed il controllore nella quale sosteneva di esser stato derubato dei 22 euro. In fase dibattimentale abbiamo, però, dimostrato essere assolutamente fittizia e trascritta tra le altre cose in maniera frettolosa dalla polizia ferroviaria”.
A tale notizia di reato la Procura di Pescara formulò a maggio 2015 la richiesta di archiviazione. Ciò nonostante il Giudice per le indagini preliminari dispose l’imputazione coatta per l’indagato; per cui la Procura di Pescara fu obbligata a richiedere per il ferroviere, nel novembre dell’anno, successivo il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato. Dopo sei udienze celebrate davanti al tribunale collegiale, il ferroviere, che nel frattempo è finito anticipatamente in pensione, è stato stato assolto.