Come riporta il quotidiano Il Messaggero, l’ex calciatore è uscito dal coma ed è stato la settimana scorsa a un intervento chirurgico – l’ennesimo – alla spalla: l’operazione ha avuto buon esito ma a preoccupare restano le condizioni del fegato, le stesse che hanno obbligato i medici dell’ospedale di Pescara a ricorrere al trasferimento al Gemelli di Roma il 13 agosto.
Dalla Capitale, Cavallito è tornato a Pescara da pochi giorni ed è nuovamente ricoverato, sotto stretta sorveglianza, cosciente ma non ancora in grado di essere ascoltato dagli inquirenti che stanno indagando su quello che solo per miracolo non è stato duplice, ma pur sempre resta un efferato omicidio.
L’uomo è attualmente a contatto con i soli familiari stretti, piantonato h24 per il rischio che chi ha scaricato una pistola addosso a lui e ad Albi possa tornare per zittirlo definitivamente. Dovranno attendere, quindi, gli uomini della squadra Mobile della polizia per potergli chiedere se e cosa ricorda di quegli attimi in cui è riuscito, in qualche modo, a farsi scudo con una sedia e perché un uomo è entrato quella sera nel dehor del bar sulla Strada Parco e ha fatto fuoco a bruciapelo contro un architetto e un ex calciatore, amici e soci.