A Pescara, un insegnante perde 4.500 euro in 45 minuti con una truffa telefonica sofisticata. I ladri hanno clonato il numero della banca
Un sms, una telefonata e poi un’altra ancora, stavolta con un numero falsificato, identico a quello della sua banca. Sono bastati questi pochi, semplici passaggi per mettere a segno una truffa da manuale: in meno di 45 minuti, dei veri “professionisti” sono riusciti a sottrarre 4.500 euro dal conto di Giovanni (nome di fantasia), un insegnante e architetto di Pescara.

La vittima, che pure “ha a che fare con il digitale da tutta la vita”, si è ritrovata impotente di fronte a un raggiro studiato nei minimi dettagli, e ora si è rivolto all’avvocato Luigi Di Corcia, presidente di Associazioni Consumatori Utenti Abruzzo, per tentare di recuperare il denaro.
La trappola è scattata in modo insidioso. “Tutto è iniziato con un messaggio dalla mia banca, come quelli che ti inviano di solito ogni volta che effettui un’operazione“, racconta l’insegnante. “C’era scritto che era stato effettuato un bonifico da Madrid e che, se non fossi stato io, avrei dovuto chiamare il numero cellulare allegato al messaggio per annullarlo“. Spinto dalla paura che il suo account fosse stato violato, Giovanni ha deciso di chiamare quel numero.
A rispondere, una voce senza accento, apparentemente professionale. “Conosceva benissimo tutte le procedure della mia banca, così come l’app“, spiega Giovanni. L’interlocutore ha chiesto alla vittima di accedere al sito operativo della sua banca e di “provare a fare una simulazione di bonifico per cercare di capire cosa stesse succedendo“. Una richiesta, col senno di poi, chiaramente sospetta.
La beffa del numero falsificato e il piano perfetto
Proprio questa richiesta ha fatto insospettire Giovanni. “Era quantomeno inusuale“, ammette. “Ho detto che non sarei andato avanti se non mi avessero ricontattato con il numero della mia banca“. Ed è qui che i truffatori hanno calato l’asso: nel giro di un paio di minuti, il telefono di Giovanni ha squillato di nuovo.

Questa volta, sul display, compariva un numero con il prefisso di Milano che, secondo quanto riferito dalla voce all’altro capo, era identico a quello della sua banca. “Mi dicono: ‘Guardi il numero sulla sua carta. Vede che è lo stesso? Si può fidare’. E io sciaguratamente mi sono fidato“, ricorda Giovanni con amarezza. Una volta abbassata la guardia, per i truffatori è stato tutto più semplice, quasi un gioco da ragazzi.
“Mi hanno fatto inviare un primo bonifico da 1.500 euro, dicendomi che mi sarebbe arrivato un messaggio che assicurava che ciò che stava accadendo era una simulazione. E in effetti è arrivato“, prosegue il racconto della vittima. Ma quel messaggio era solo una copertura. Poi, un altro bonifico, e un altro ancora. Complessivamente, Giovanni ha inviato 4.500 euro. I truffatori gli hanno assicurato che avrebbero verificato, che lo avrebbero richiamato a breve e che, ovviamente, gli avrebbero riaccreditato i soldi. Solo a quel punto, Giovanni ha chiamato il vero numero di assistenza della sua banca, e lì ha compreso l’entità della truffa subita.
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La beffa finale? “È stato tutto calcolato perfettamente. Nemmeno l’orario della chiamata è stato casuale: sapevano che mi avrebbe reso impossibile bloccare il bonifico tramite la mia banca perché era troppo tardi. E infatti la mattina dopo i soldi erano già spariti“. Una brutta storia, che speriamo, con le nuove misure dell’Agcom per contrastare le truffe telefoniche, non debba più ripetersi.





