Cita un celebre film americano il direttore della CNA di Pescara, Carmine Salce, commentando il provvedimento adottato nei giorni scorsi dal Consiglio comunale della città per regolamentare le emissioni acustiche nell’area più nota della movida cittadina: un provvedimento che, secondo CNA, “pur tentando di conciliare la convivenza tra attività produttive legate soprattutto alla ristorazione e alla somministrazione di bevande con i diritti dei residenti, finisce – per come è stato disegnato – per sbilanciarsi completamente dalla parte di questi ultimi. A tutto danno delle attività, che pure producono reddito e occupazione”.
“Non si vede coerenza alcuna tra quanto adottato e l’asserita, sbandierata vocazione turistica di Pescara”, dice Salce, secondo cui, “si stenterebbe credo a trovare analoghe decisioni così rigide in altre città italiane con caratteristiche paragonabili alla nostra. Il regolamento prevede infatti interventi delle autorità in presenza di qualsivoglia forma di emissione acustica che superi soglie davvero minime. Regola che rischia di estendersi perfino alle attività legate a interventi nei lavori pubblici”.
A non piacere, poi, è il metodo adottato: “Perché nessuna concertazione preventiva è stata adotatta con le categorie produttive e le sigle associative che rappresentano il settore, probabilmente in ragione delle divisioni profonde che nel dibattito pubblico hanno caratterizzato la stessa maggioranza di governo della città. Di certo, crediamo invece che l’ascolto avrebbe prodotto scelte più ponderate, più ragionevoli e meno unilaterali”.
Adesso, conclude Salce, il confronto si sposta al regolamento attuativo: “Il tempo perduto va recuperato, ma basta con le barriere pregiudiziali: a meno di non voler infliggere un colpo mortale a un settore vitale della città”.