Pescara. L’Associazione Partecipazione Attiva Studentesca si scaglia contro la gestione energetica dell’università di Pescara-Chieti, dopo le dichiarazioni rilasciate dal Magnifico Rettore Caputi in merito ai costi sostenuti per i campus universitari della d’Annunzio.
“La prima tematica affrontata alla nascita della nostra associazione è stata proprio quella dell’impatto ambientale della nostra università e degli sprechi a cui assistiamo quotidianamente – afferma l’associazione PAS – Abbiamo denunciato per anni in Senato Accademico i costi sostenuti dalla d’Annunzio per le utenze, oltre 6 milioni di euro l’anno, una cifra già sproporzionata all’epoca, ed oggi insostenibile”.
“Continuiamo a vivere degli spazi in cui non vi è la minima attenzione né all’ambiente né alle persone – prosegue l’associazione in una nota – Si viene a sapere che i cambiamenti che si intendono effettuare sono la sostituzione delle attuali lampadine al neon con lampadine al led e l’installazione di timer per la gestione dell’accensione/spegnimento delle luci: cambiamenti che risultano insufficienti, tanto per il ritardo con cui queste azioni basilari vengono intraprese quanto per la pochezza di queste iniziative, finendo con un nulla di fatto gli insegnamenti che dalle aule non ritrovano poi attuazione pratica negli spazi vissuti da studenti e studentesse”.
“Queste modifiche si intendono effettuare solo per ragioni economiche, confermando ancora una volta il disinteresse verso le tematiche ambientali e di sostenibilità mostrato dall’attuale classe amministrativa universitaria”, prosegue PAS, che elenca numerose criticità: “Una raccolta indifferenziata a dir poco fasulla, un risparmio energetico inesistente, l’installazione di pannelli fotovoltaici mai avvenuta, il mantenimento delle luci costantemente accese anche in luoghi inaccessibili, un impianto di riscaldamento esagerato ed inadeguato, la totale assenza di erogatori d’acqua nei campus, la distribuzione delle borracce annunciata e mai realizzata, le bollette delle utenze (luce, acqua e gas) esorbitanti prima della crisi energetica e ad oggi assolutamente insostenibili”.