Le condizioni del 49enne sono lievemente migliorate e più stabili, ma la prognosi resta comunque riservata. “Il paziente, in sedazione farmacologica, è in attesa di un nuovo intervento chirurgico per l’estrazione del proiettile conficcato nella testa dell’omero”, riferisce la Asl di Pescara in un bollettino medico.
Intanto procede la caccia al killer, soprattutto dopo che il video dell’impianto di sorveglianza che riprende integralmente l’omicidio cruento (da noi non diffuso per scelta etica, e del quale mostriamo solo qualche frame) è diventato virale circolando sulle chat di molti pescaresi.
Casco integrale sul volto, giacca nera, pantaloni più chiari, zaino sul petto, pistola in pugno. Prima i colpi dall’esterno del locale, attraverso la siepe, con cui ferisce le sue due vittime, sedute entrambe allo stesso lato del tavolo; dopo entra nel dehor, passando tra i vasi, e spara ancora, a distanza ravvicinata, mirando alla testa. Poi rovescia una sedia, prende le chiavi di un’automobile e uno o entrambi i telefoni cellulari e, infine, la fuga, mentre le vittime sono a terra e tutto attorno le persone sono nascoste sotto ai tavoli. Le immagini delle videocamere di sorveglianza descrivono l’agguato avvenuto ieri sera al Bar del Parco di Pescara, confermando come l’azione si sia svolta in meno di un minuto.
Tutto porta a pensare ad un’esecuzione in perfetto stile mafioso. A partire dal fatto che l’aggressore abbia sparato a distanza ravvicinata, come fossero colpi di grazia. Almeno otto i bossoli trovati a terra. Si tratta di un caso considerato estremamente difficile, soprattutto se è vero che i telefoni cellulari sono stati portati via: attraverso i dispositivi sarebbe stato possibile ricostruire gli ultimi contatti di Albi e Cavallito.
La speranza è ora che il 49enne possa svegliarsi e parlare. E’ stato raggiunto da almeno quattro colpi e, come ha sottolineato la Asl nel primo bollettino medico, è arrivato in sala operatoria “in condizioni gravissime per shock emorragico dovuto a ferite multiple da arma da fuoco interessati torace, addome, arto superiore destro e massiccio facciale”, subendo poi vari interventi chirurgici.
Proseguono senza sosta, intanto, le indagini della Polizia, che sta raccogliendo testimonianze ed eseguendo perquisizioni. L’attività investigativa della squadra Mobile è coordinata dalla Procura di Pescara, con il procuratore capo Giuseppe Bellelli e il sostituto Andrea Di Giovanni. Si scava a fondo nella vita delle due vittime, sulle loro relazioni. Manca ancora il movente, ma alcune voci parlano di questioni economiche e di un appuntamento con qualche persona che i due, amici da tempo, avrebbero atteso al bar.
La città, intanto, è ancora sotto shock. Il fatto è avvenuto sulla frequentatissima Strada Parco, all’angolo con via Ravasco, zona residenziale a due passi dalla riviera e dal centro cittadino, mentre famiglie con bambini tornavano a casa dal mare. “Non sto bene. Non posso stare bene. Non siamo abituati a queste cose. Le vediamo nei film”, dice la titolare del bar. “Questo delitto così efferato non fa parte della cultura dei pescaresi. È necessaria una chiara e forte risposta da parte degli organi territoriali dello Stato perché i cittadini questo chiedono”, dice il sindaco, Carlo Masci, davanti al locale.
Nel pomeriggio si è riunito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal Prefetto, Giancarlo Di Vincenzo.