Pescara, carabinieri nei guai: accusati di falso e truffa e si torna a parlare della tragedia di Rigopiano

L’accusa, ovviamente tutta ancora da dimostrare, resta comunque molto pesante e i due carabinieri adesso potrebbero anche rischiare una pena detentiva

Da un’inchiesta ne è scaturita un’altra, ma adesso la posizione dei due uomini dell’Arma si è fatta molto delicata in quanto l’accusa scattata nei loro confronti è precisa e dettagliata e sarà oggetto di un interrogatorio preliminare che si terrà nei prossimi giorni e sul quale si dovrà poi esprimere il gip del Tribunale di Teramo, anche se i due carabinieri appartengono alla stazione di Farindola, in provincia di Pescara.

Appropriazione indebita
Pescara, carabinieri nei guai: accusati di falso e truffa e si torna a parlare della tragedia di Rigopiano – Abruzzocityrumors.it

Una vicenda che in qualche modo si collega alla tragedia avvenuta il 18 gennaio del 2017, quando l’hotel Rigopiano di Farindola fu distrutto da una valanga che travolse l’intera struttura del Gran Sasso, causando 29 morti tra ospiti e personale dell’albergo. Solo 11 furono i sopravvissuti. Una tragedia che ha visto più gradi di processo e che nella sentenza d’appello per il processo di secondo grado ha visto 22 assoluzioni e 8 condanne.

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Due carabinieri nei guai

La stazione di Farindola dei Carabinieri, tristemente nota all’indomani dell’immane tragedia dell’hotel di Rigopiano in provincia di Pescara, posto sotto le falde sud-orientali del Gran Sasso d’Italia, in Abruzzo, torna di nuovo alla ribalta per l’inchiesta che va avanti da anni ai danni di militari dell’Arma, accusati di truffa e falso ai danni dello Stato. La vicenda infatti parte da un episodio ancora poco chiaro accaduto qualche anno dopo la tragedia dell’hotel dove morirono 29 persone.

Guai per due carabinieri
Due carabinieri nei guai – Abruzzocityrumors.it

Uno dei militari operativi proprio nella stazione di Farindoli, il maresciallo dei carabinieri forestali, l’ex comandante proprio della stazione di Farindola, Danilo Ambrosini, viene indagato, perquisito e trasferito a tempo di record con l’accusa di furto, per essersi appropriato di un tavolo proprio dell’hotel andato distrutto che si trovava in una zona posta sotto sequestro dalla magistratura e della quale era responsabile proprio lo stesso indagato. La classica soffiata che mette nei guai il graduato dell’Arma chiamato così a rispondere di appropiazione indebita, ma soprattutto fa aprire un’inchiesta su di lui che fa scattare una serie di perquisizioni sia in casa sia negli uffici della stazione dei carabinieri.

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False trasferte fatturate

Dalle perquisizioni è emersa tutta una serie di irregolarità commesse in questi anni non soltanto dal maresciallo, già indagato per la storia del tavolo, ma anche da un altro sottoufficiale. Ora entrambi risultano indagati per falso e truffa ai danni dello Stato e rischiano una possibile misura cautelare sulla quale dovrà esprimersi il gip Giovanni De Rensis di Teramo, che ha notificato ai due militari l’interrogatorio preventivo che si terrà nei prossimi giorni.

Indagati
False trasferte fatturate – Abruzzococityrumors.it

Le accuse parlano di false registrazioni sul brogliaccio giornaliero della stazione, con orari difformi di servizio che attestavano più straordinari di quanti effettivamente effettuati, anche per ottenere qualche buono pasto in più, oppure giorni di malattia senza essere effettivamente malato, soste in qualche ristorante camuffate da esercitazioni, obbligatorie per chi ha il porto d’armi, e da tiro al bersaglio. I due sottoufficiali, in attesa degli interrogatori di garanzia, sono stati trasferiti dalla caserma di Farindoli in altra sede.

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