Approvato ieri il nuovo servizio di refezione scolastica che servirà tutte le mense delle scuola di ogni origine e grado per il capoluogo abruzzese
Dal prossimo 8 marzo 2025, Pescara attiverà un servizio di refezione scolastica innovativo, con pasti biologici e tariffe ristrutturate per garantire qualità e accessibilità alle famiglie. Un modo nuovo di gestire i menù dei bambini e dei ragazzi dagli asili alle scuole secondarie di primo grado più al passo dei tempi, cercando di fornire piatti migliori e più salutari. Una rivoluzione che però comporterà tariffe diverse da quelle pagate fino ad oggi e che ha scatenato immediatamente una querelle politica.

Sono più di due milioni gli studenti che, ogni giorno, pranzano nelle mense scolastiche italiane: si tratta perlopiù di bambine e bambini iscritti alle scuole dell’infanzia e primarie, ma nel computo rientrano anche una quota, seppur ridotta, ma comunque importante, di ragazze e ragazzi che frequentano le scuole secondarie di primo grado.
La rivoluzione delle mense abruzzesi
Cambiare il modo in cui si mangia a scuola significa coinvolgere nella rivoluzione alimentare una platea significativa di persone in grado di generare ripercussioni positive anche nel lungo termine. Abituare i più giovani all’importanza di consumare alimenti locali e di stagione, poco trasformati, privilegiando le proteine di origine vegetale invece di quelle animali, significa infatti creare le condizioni affinché, crescendo, sviluppino una consapevolezza alimentare che li porti a scegliere e consumare in maniera sempre più sostenibile. Ma se questa lodevole intenzione si scontra con una rimodulazione delle tariffe che porta degli scompensi per alcune famiglie, inevitabilmente si alimenta del malcontento.

E’ esattamente quello che sta accadendo in questi giorni a Pescara dove, a partire dall’8 marzo 2025, si attiverà un nuovo servizio di refezione scolastica per i 3600 bambini e ragazzi interessati, grazie al raggruppamento temporaneo delle imprese Elior Ristorazione e Sh Gestioni. Un’iniziativa che promette un cambiamento significativo rispetto al passato, introducendo un modello improntato sulla qualità dei pasti e sul rispetto dell’ambiente.
La rimodulazione delle tariffe
Un’iniziativa comunque importante, attesa addirittura dal 2021, anche per adeguarsi ai richiesti standard europei, ma che ha inevitabilmente comportato un aumento della retta della mensa a carico delle famiglie e a un conseguente scontro politico in giunta. Con la nuova gestione infatti, verranno introdotte le nuove tariffe. Quelle attuali, che risalgono al 2016, prevedono tre fasce, gli esenti, ovvero gli Isee inferiori a 6 mila euro, le leggi 104 e altre gratuità come i bimbi ucraini, le famiglie con Isee tra i 6 mila e i 10 mila 600 euro con costo del pasto pari a 1,85 euro e tutti gli altri che pagavano 3,71 euro.

Il nuovo sistema delle tariffe prevede invece 11 fasce, distinte per Isee, ma anche per la presenza di uno o più bambini in uno stesso nucleo familiare. Un metodo che tende così a premiare la natalità. “Delle 11 fasce individuate, per le prime sette (fino alle famiglie con Isee di massimo 22mila euro) abbiamo ottenuto una diminuzione rispetto alle tariffe attuali, fatta eccezione per una fascia che registra un più 20 centesimi”, ha sottolineato l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune Valeria Toppetti. Di parere completamente opposte le opposizioni che accusano l’amministrazione di aver raddoppiato le tariffe.





