Penne. Nell’Unità Operativa di Artroscopia e Traumatologia dell’Ospedale di Penne, diretta da Domenico Palmieri, è stato eseguito un intervento di protesi di ginocchio assistito da un sistema computerizzato optoelettronico.
Uno strumento che ha la finalità di un navigatore: l’hardware ed il software del sistema consentono la ricostruzione geometrica e tridimensionale del ginocchio da operare e trasmettono, in tempo reale, al chirurgo informazioni su come si sta eseguendo l’intervento chirurgico, al fine di ottenere una precisione ottimale del gesto operatorio. È, dunque, sempre il chirurgo che esegue l’intervento con l’ausilio del computer che, oltre a sorvegliare il suo operato, fa si che il posizionamento della protesi risulterà assolutamente preciso. Il computer non ha bisogno di ulteriori esami pre-operatori (tipo TAC o RMN) per la ricostruzione tridimensionale dell’articolazione da operare, ma è necessario solo durante l’intervento posizionare dei reperi sul femore e sulla tibia che il rilevatore ottico utilizza per riuscire a controllare tutte le fasi operatorie. È inoltre necessario acquisire, toccando con un idoneo strumento palpatore, alcuni punti ossei stabiliti per consentire al software la precisa ricostruzione del segmento scheletrico da operare.
Una tecnica particolarmente indicata per pazienti giovani e con ginocchia complicate, come in questo caso, con un paziente di 65 anni già sottoposto in passato a intervento demolitivo del menisco, in età adolescenziale, con grave artrosi osteoporosi e deformità. Questo tipo di tecnica già adoperato in altre aziende ospedaliere in Italia e, prevalentemente, all’estero viene utilizzato di routine (Lione in Francia). Il paziente sottoposto a intervento, già in piedi da oggi, ha iniziato il suo percorso riabilitativo di fisioterapia.
L’utilizzo di questi dispositivi hanno permesso lo sviluppo di tecniche mini invasive, consentendo al chirurgo di compensare la mancanza di visibilità dettata dalle mini incisioni della cute e dei tessuti articolari, oltre ad avere una accuratezza e precisione più elevata, con l’unico aggravio dettato dai tempi di intervento, leggermente più lunghi rispetto a quelli della chirurgia tradizionale. Un sistema che permette una più lunga affidabilità e sopravvivenza del sistema protesico impiantato e soprattutto, nei pazienti più giovani, evita l’eventuale rischio di revisione dettato dalla usura delle componenti. In sintesi, la navigazione nel corso dell’intervento chirurgico, consente al medico di avere una precisione molto elevata e al sistema impiantato una performance e durata maggiore nel tempo.