Pescara. “Subordinare la scelta del nome anche al parere dei suoi cittadini attraverso comitati e associazioni, sarebbe stato importante perché attualmente siamo spoltoresi, montesilvanesi e pescaresi: scegliere come chiamarsi è una grande opportunità per cominciare a lavorare e sentirsi uniti fin dal nome”.
A sottolinearlo è la presidente della Federalberghi della provincia di Pescara, Daniela Renisi, secondo la quale “bisogna capire che cosa vogliamo creare da un punto di vista di
comunità”.
“I Comuni avrebbero potuto organizzare incontri con la popolazione – spiega – ma soprattutto fare un primo sondaggio, anche se informale. Sappiamo che ‘La Nuova Pescara’ si chiamerà solo Pescara grazie alla legge approvata dal consiglio regionale che ha deciso di conservare il nome della città dannunziana. Sicuramente Pescara è la più nota anche da un punto di vista di analisi del brand, ma in virtù di questa nuova realtà urbana da 200mila abitanti che vedrà la luce grazie alla fusione con Montesilvano e Spoltore quale sarà lo sviluppo di questa nuova destinazione e del suo nuovo brand? Se le destinazioni sono brand è perché il turismo è un mercato. Se è un mercato, è un mercato sostanzialmente senza confini geografici, perché per definizione il turismo è lo spostamento delle persone e non delle merci”.
“Perciò penso – sottolinea Renisi – che non ci siano barriere alla comunicazione e alla promozione che andrà reimpostata anche per la nuova città nascente su basi che raccolgano le tre espressioni delle tre città coinvolte, senza prevaricazione dell’una sull’altra. Siccome il mercato è il mondo, bisogna che ogni destinazione cerchi e trovi la sua distintività nella sua vocazione, nella sua storia turistica, o semplicemente ne scelga una e la persegua”.
“Abbiamo questa possibilità – sottolinea ancora la presidente Federalberghi Pescara – perché l’Italia ha almeno 60 destinazioni che sono già dei brand affermati, perché la sua storia è fatta della storia delle sue città. Ma abbiamo questa possibilità anche perché ogni città ha un suo modo di fare le cose, la sua cucina particolare e persino la sua maniera distintiva di stabilire le relazioni umane. Siamo un Paese diversificato per natura (storica). Possiamo dire che ogni città in Italia ha una sua personalità e questa personalità, una volta sviluppata, arricchita dalla scienza del marketing e appropriatamente comunicata, è il suo brand”.
“Noi ancora oggi dobbiamo capire quale sarà il tratto comune che darà vita a questa nuova città – conclude – e su quali basi fonderà i suoi valori. Se un nome ha un significato e un valore, forse lì poteva esserci un altro presupposto per sceglierlo questo nome”.