Ieri la sentenza sul ricorso presentato dal comune di Pescara, proprietario dell’impianto che ora può procedere con i progetti di rifacimento: in arrivo, infatti, 1.6 milioni di euro grazie al Pnrr.
Se il comune esulta, però, c’è chi protesta, come la sezione cittadina di Italia Nostra che, in una nota, critica la motivazione della sentenza: “Siccome l’opera è stata già modificata, non val la pena salvaguardare il resto”.
Nel 1977, infatti, l’opera di Luigi Piccinato fu modificata, in occasione della promozione della squadra in serie A, quando si completò l’anello sul lato est, non toccando le tribune: “Sembra che di questo fosse stato informato lo stesso Piccinato che avrebbe dato il beneplacito proprio perché non si modificava sostanzialmente la proporzione con l’ambiente naturale: il rapporto con la Pineta ed il mare”, prosegue Italia Nostra, che ritiene “meno comprensibile per l’intervento del 2009, in occasione dei Giochi del mediterraneo: una maggior vigilanza sarebbe stata opportuna”.
“Ma questo non oscura in alcun modo il valore del manufatto. Sarebbe come togliere il vincolo sulla via Appia perché ci sono i villoni dell’alta borghesia; come toglierlo sui tempietti romani a Chieti perché sono circondati dalla speculazione; come cancellare il mosaico romano a Pescara perché sopra c’è l’asse attrezzato. Se ci sono degli interventi incongrui, eventualmente ci vorrà un restauro, la loro eliminazione, non la cancellazione del bene culturale”, conclude l’associazione per la tutela del patrimonio storico-artistico.