Montesilvano. Beni per 16 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza all’imprenditore di Montesilvano Mauro Mattucci, già arrestato due volte per truffa ai danni dello Stato.
Fra i beni 17 immobili, 18 partecipazioni societarie, 17 rapporti bancari intestati a Mattucci, ai figli e ad alcune società.. Si tratta della misura di prevenzione patrimoniale più rilevante per valore in Abruzzo in applicazione del codice antimafia.
I dettagli dell’operazione, coordinata dal Tribunale di Chieti, sono stati illustrati stamattina dal Procuratore Capo di Chieti, Francesco Testa, e dai vertici dei Comandi provinciali della Guardia di Finanza di Chieti e Pescara.
Il sequestro ha riguardato immobili di Montesilvano, tra cui tre lussuose ville con piscina coperta, palestra e vasche idromassaggio (residenza di Mattucci e figli), uffici e sedi amministrative delle società del gruppo della famiglia Mattucci, 18 partecipazioni societarie e 14 complessi aziendali in Abruzzo, Marche e Lazio, perfino in in Belgio; oltre a 17 rapporti bancari
Sequestrate anche le aziende che gestiscono “Il Tortuga”, noto locale notturno sul lungomare al confine tra Pescara e Montesilvano e il Centro Commerciale “Cuore Adriatico” a Civitanova Marche.
“Abbiamo ricostruito dieci anni di crimine economico e finanziario che i numeri dimostrano aver inquinato fortemente il territorio di due province bellissime come quelle di Pescara e Chieti. Oggi, con questa operazione, ma anche con le precedenti condotte a Pescara, con l’operazione ‘Banco-Matt’ in particolare, direi che bonifichiamo il territorio economico e finanziario delle due province da aziende e imprenditori, che imprenditori non sono, ma sono più ‘prenditori’, che hanno fortemente inquinato la concorrenza leale fra aziende e penalizzato imprenditori e cittadini a cui hanno sottratto risorse”, ha spiegato il comandante provinciale della Finanza di Pescara, Vincenzo Grisorio.
“Quello di oggi è il sequestro più rilevante in Abruzzo come misura di prevenzione patrimoniale, parliamo di beni di grandissimo lusso, di 14 aziende, di circa 20 partecipazioni societarie e grandi disponibilità finanziarie – ha aggiunto Grisorio – Ma i numeri che rendono, ancor di più forse, l’idea di quanto possano avere inciso questi soggetti sul territorio vengono dalle operazioni pregresse, che hanno dimostrato come in poco più di dieci anni si sono arricchiti frodando il fisco, frodando le banche, sottraendo risorse al territorio con frodi determinate in circa 130 milioni, importo che su queste realtà economiche è di straordinaria rilevanza”.
“Questa operazione è straordinaria per due motivi: perché si è partiti attraverso la ricostruzione certosina all’esito di due grandi indagini svolte a fine 2015 sia da Pescara sia da Chieti, ma la cosa più importante è la determinazione e la professionalità dell’ufficio della Procura di Chieti e del Tribunale, una sorta di apripista – ha detto il comandante provinciale della Finanza di Chieti, Serafino Fiore – Per la prima volta un Tribunale abruzzese ha adottato il provvedimento della misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di un soggetto ritenuto fiscalmente pericoloso. Questo soggetto aveva investito in una rete capillare, anche all’estero, le sue disponibilità accumulate attraverso reati gravissimi, dall’associazione per delinquere all’estorsione, numerosissimi reati tributari, fatture per operazioni inesistenti, indebite compensazioni e bancarotta fraudolenta. Circa 50 militari dei comandi provinciali di Chieti e Pescara in questo momento stanno operando in tre regioni”.