La fama del docente pescarese ha da tempo superato i confini nazionali. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue straniere e le sue ricerche hanno affrontato pagine in ombra della seconda guerra mondiale spesso ribaltando verità che apparivano consolidate, a cominciare dalla controversa liberazione di Mussolini sul Gran Sasso ad opera dei militari tedeschi (affrontata nel libro «Liberate il Duce! Gran Sasso 1943, la vera storia dell’Operazione Quercia», Mondadori).
Patricelli è stato ospite, questa mattina, del liceo scientifico D’Ascanio, diretto da Natalina Ciacio. L’incontro, dal titolo «Attualità della Shoah a 74 anni dalla liberazione di Auschwitz – Dall’Olocausto al razzismo negli stadi e al cyberbullismo. Cosa NON ci ha insegnato la storia».
«Cos’è stato l’Olocausto?», ha esordito Patricelli nell’incontro con gli studenti, «Un sistema che ha ritenuto di poter operare, in forma scientifica, secondo una pseudo scienza, una differenziazione tra gli esseri umani, individuando quelle categorie che andavano prima emarginate, poi perseguitate e, infine, eliminate. Nel giorno della Memoria noi ricordiamo il crimine dei crimini, cioè la Shoah, l’eliminazione sistematica e scientifica degli ebrei in Europa, che nasce da tanti motivi e uno dei più ricorrenti è l’antisemitismo. Sapete il significato di questa parola? Ma soprattutto, perché è accaduto?».
Il professore, poi, ha fatto una digressione per dare agli studenti alcuni elementi sulle origini dell’antisemitismo, nei secoli passati, la cui prima discriminazione nasce proprio con la religione. Facendo, poi, una serie di esempi di discriminazioni anche attuali, magari proprio tra ragazzi, ha toccato un nervo scoperto dell’emotività di studenti adolescenti. Inoltre, ha spaziato sulle ragioni etiche, politiche ed economiche delle guerre e delle discriminazioni razziali. Quando, poi, ha descritto la vita nei campi di sterminio nazisti, degli esperimenti “scientifici” dei medici, del coinvolgimento di tutta le classi dominanti tedesche nel piano criminale di Hitler ha ulteriormente scosso le coscienze.
«Hitler era un pazzo? Forse sì, ma non è sufficiente a spiegare quello che è accaduto», ha aggiunto il professore, «Vi invito, quindi, ad approfondire la conoscenza di quello che è accaduto tramite libri, film, documentari ma, soprattutto, vi invito con tutto il cuore ad andare a visitare uno dei campi di sterminio. Essere fisicamente in un posto dove degli esseri umani hanno sterminato altri esseri umani con i forni, con i gas, con il lavoro in condizioni bestiali, vi cambierà la vita».
«Gli studenti sono rimasti affascinati, ma anche noi adulti siamo senza parole», ha detto l’assessore Annalisa Fumo, «Il suo intervento è stato interessante e coinvolgente e la ringrazio a nome dell’amministrazione comunale e, credo di poterlo aggiungere, anche a nomi della scuola e di questi ragazzi».