La prima comunicazione dell’anno da parte dell’INPS non porta buone notizie per alcuni pensionati che saranno costretti a restituire il bonus bollette.
Sin dall’inizio del lockdown 2020 il governo ha stanziato una serie di bonus e agevolazioni volte a sostenere la popolazione in quel momento storico avverso. La pandemia ha costretto al blocco di diverse attività lavorative – tutte quelle in presenza per lungo periodo – e questo ha avuto conseguenze dirette sui guadagni delle aziende e sulle remunerazioni dei dipendenti.
Il fenomeno, come sappiamo, è stato globale e l’impatto dello stop al mercato del lavoro ha avuto ripercussioni dirette sul costo delle materie prime, su quello della lavorazione e su quello dei trasporti, portando ad un aumento generale dell’inflazione su scala mondiale che ha riguardato qualsiasi genere di prodotto.
Nel corso del 2022, in un momento in cui l’inflazione era talmente alta da rendere impossibile per molti il pagamento delle utenze mensili, l’allora Governo Draghi ha concesso il Bonus Bollette in due tranche, la prima rivolta a chi aveva un ISEE non superiore ai 35mila euro che prevedeva una cifra una tantum di 200 euro e la seconda rivolta a chi possedeva un ISEE non superiore ai 20mila euro che prevedeva un ulteriore bonus di 150 euro.
I limiti reddituali imposti erano sufficientemente chiari e in quel momento i bonus sono stati concessi senza che emergesse nessuna discrepanza o problematica. Sembrava dunque che la questione si fosse chiusa nel 2022, ma proprio nei giorni scorsi, con un annuncio giunto il 7 gennaio, l’INPS ha reso noto che alcuni pensionati hanno ricevuto il bonus in maniera indebita.
Nel 2022 l’INPS ha risposto all’emergenza e alle richieste dei pensionati elargendo i bonus basandosi sull’autocertificazione mandata. Probabilmente l’urgenza di gestire quella situazione ha spinto l’ente a considerare la possibilità di effettuare i controlli in un secondo momento per non far passare troppo tempo tra la richiesta e la concessione.
Si tratta di una prassi abbastanza standard in questi casi, tuttavia fa strano che i controlli sulle richieste siano stati fatti a più di due anni di distanza. L’INPS ha infatti effettuato gli accertamenti sui bonus bollette concessi nel 2022 solamente a dicembre del 2024 e dal controllo è emerso che diversi richiedenti avevano usufruito della misura anche se la propria situazione reddituale non consentiva loro di rientrare nei limiti imposti dalla legge.
Ciascuno dei pensionati che ha ricevuto indebitamente il bonus è stato già avvisato personalmente attraverso la Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione Send – Servizio Notifiche Digitali. Mentre la comunicazione ufficiale sui risultati degli accertamenti e sulla richiesta di restituzione è giunta nelle scorse ore.
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Sebbene la comunicazione sia giunta in questi giorni, i pensionati che dovranno restituire la somma ricevuta come bonus bollette non vedranno per il momento ridotto il proprio assegno mensile. Inoltre l’INPS cercherà di fare pesare il meno possibile il prelievo, dilazionando nel corso dei mesi la somma.
Per la maggior parte dei pensionati coinvolti infatti verrà inserita direttamente nel computo della mensilità una trattenuta da 50 euro fino a che la somma non sarà completamente restituita. Nel caso in cui non fosse possibile applicare la trattenuta l’INPS provvederà con l’invio di un bollettino PagoPa del medesimo importo che il pensionato dovrà provvedere a pagare ogni mese fino alla restituzione della cifra dovuta.
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Come detto le trattenute non cominceranno adesso, ma la prima sarà effettuata a partire da giugno 2025. Nei prossimi mesi, dunque, i pensionati coinvolti avranno tempo e modo di racimolare la cifra dovuta per così da non patire la diminuzione dell’assegno mensile. Non è chiaro invece se chi è interessato potrà decidere di restituire l’intera cifra tutta in una volta.