Le indagini sono iniziate dopo l’ arresto in flagranza della donna e di suo marito, avvenuto nel dicembre 2021, quando sono stati trovati in possesso di circa 1 chilo di cocaina.
La Squadra Mobile pescarese ha raccolto gravi indizi secondo cui nei mesi addietro il marito della donna sarebbe stato ingaggiato dal 42enne arrestato oggi – fortemente noto per i suoi precedenti penali – affinché si occupasse di custodire e tagliare la droga, complessivamente oltre 20 chili di cocaina, ricevendo per tale attività un vero e proprio stipendio su base mensile.
Tale circostanza è stata confermata anche dal materiale rinvenuto nella sua abitazione, tra cui una pressa artigianale di notevoli dimensioni destinata al compattamento dei panetti di stupefacente una volta tagliati.
Inoltre, dall’attività investigativa è emerso che la donna, nonostante dopo l’arresto di dicembre fosse agli arresti domiciliari, avrebbe continuato nell’attività di spaccio di cocaina direttamente dalla propria abitazione, inizialmente in concorso con il 42enne.
Quest’ultimo, tuttavia, è stato poi arrestato, tornando nuovamente in libertà dopo alcuni mesi di custodia cautelare in carcere, per cui la donna si sarebbe rivolta ad altri fornitori.
Valutata la gravità degli indizi raccolti dagli investigatori, il Giudice ha ritenuto di disporre la misura più afflittiva anche ai fini di evitare la reiterazione delle condotte. A parere del magistrato, infatti, la gravità dei fatti, nonché la reiterazione e la frequenza delle condotte di spaccio contestate, portano a ritenere che si tratti di un gruppo di persone stabilmente dedito all’attività delittuosa nel campo degli stupefacenti, le quali denotano una personalità proclive a delinquere, come emerge dalla grande quantità di droga lavorata in vista della vendita.