Si tratta di un primo lotto di diecimila mascherine prodotte e donate dalla Fater: si supera, così, la polemica circa la prenotazione farraginosa e la rischiosa modalità di consegna tramite ritiro.
Se ne aggiunge, però, una nuova, relativa alla forma delle mascherine. Se, in effetti, la Fater ha convertito una linea di produzione dedicata agli assorbenti femminili per produrre le mascherine, quelle arrivate in queste ore nelle cassette postali dei pescaresi sembrano proprio dei salvaslip. E si rincorrono sui social video e foto che le paragonano proprio ai pannolini. Molti lamentano le dimensioni estremamente ridotte, mentre altri dicono di non di riuscire a respirare bene una volta indossate.
Al di là della facile ironia, ferma restando la qualità filtrante indiscussa del materiale in tnt – proprio quello degli assorbenti da donna – in tanto lamentano la scarsa aderenza dei bordi al viso e sono preoccupati dalla conseguente inefficacia delle mascherine.
Polemico anche il consigliere comunale Mirko Frattarelli che, con un ordine del giorno presentato al consiglio comunale dal gruppo Pd, le ritiene “inidonee”, per poi confermare che “le mascherine consegnate sono certificate”, ma “restiamo dell’opinione che cosa migliore sarebbe stata, da parte del comune di Pescara, fornire la cittadinanza di mascherine riutilizzabili ed idonee nell’affrontare la fase due nel lungo termine”.