Cepagatti. Nella mattinata di ieri, venerdì 1° febbraio, nella Sala Consiliare del Comune di Cepagatti, è stato inaugurato lo Sportello Antiviolenza nato in collaborazione con l’associazione Medea.
Sono intervenuti il presidente nazionale di Medea, Alberto Polini; il coordinatore nazionale di Medea, Daniele Natalizia; l’amministratore delegato di My Tutela, Marco Calonzi; la coordinatrice della regione Veneto di Medea, Paola Durastante; il responsabile nazionale Enti locali con delega all’apertura degli Sportelli Antiviolenza, Francesco Longobardi; il responsabile regionale della disabilità di Medea, Andrea Silvestrone; la psicologa e crimonologa, Susanna Loriga; lo psichiatra e direttore del Centro Salute Mentale di Pescara, Sabatino Trotta; la vicepresidente nazionale di Medea, poetessa e scrittrice, Franca Minnucci; la psicologa e responsabile Sportelli, Tiziana Di Gregorio; il sindaco di Cepagatti, Gino Cantò e l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cepagatti, Liliana D’Innocente. Presenti in platea, in buon numero, autorità e scolaresche.
“Abbiamo fortemente voluto l’apertura di uno Sportello Antiviolenza – ha affermato Liliana D’Innocente – perché riteniamo che il silenzio sia complice della violenza. Quindi è importante che tutti i cittadini possano beneficiare di questo strumento, possano rivolgersi direttamente qui in Comune, abbiamo una stanza riservata a questo Sportello Antiviolenza ove ci saranno competenti professionisti una volta a settimana con un numero di telefono dedicato che provvederemo a pubblicare sul sito internet del Comune. Riteniamo questo molto importante perché la violenza non è tanto quella fisica ma psiccologica, c’è bullismo, mobbing e noi vogliamo dare come amministrazione il nostro contributo per tutelare tutte le persone che purtroppo subiscono ogni forma di violenza. Ho visto anche gli alunni che erano oggi presenti, quindi anche una platea giovane, abbiamo avuto anche occasione di parlare del bullismo e del cyberbullismo, perché poi dal bullismo si passa in età adulta al mobbing. Sono tutte forme di violenza che noi ci impegniamo come amministrazione a contrastare anche con l’istituzione di questo Sportello Antiviolenza”.
“Anche oggi abbiamo aperto un nuovo Sportello – ha rimarcato Alberto Polini – per essere sempre più presenti sul territorio non solo abruzzese ma anche italiano perché stiamo aprendo anche altri Sportelli sia a Roma nei vari Municipi che anche in altre regioni. Siamo contenti perché come al solito Medea vuole dare un aiuto concreto sul territorio fornendo assistenza con gli Sportelli dove si troveranno dei professionisti, psicologi e avvocati, che si troveranno a disposizione, gratuitamente, di tutti quelli che hanno bisogno per ogni forma di violenza di genere e in genere: bullismo, mobbing, stalking e altro. Anche per un semplice consiglio i nostri Sportelli sono aperti secondo gli orari dei vari Comuni e sono a disposizione di tutta la popolazione che si rivolgerà a noi. Medea si propone l’obiettivo di cercare di dare il suo contributo attraverso la prevenzione, la protezione e la progettazione, sono le tre ‘p’ che caratterizzano appunto Medea, il progetto di aiuto concreto che vuole apportare a quelli che hanno bisogno e vengono nei nostri Sportelli”.
“Oggi è un altro tassello molto importante in un Comue molto importante – ha dichiarato Francesco Longobardi – apriamo questo Sportello fortemente voluto da questa amministrazione nella persona del sindaco, ma soprattutto della persona dell’assessore alle Politiche Sociali Liliana D’Innocente. Al di la dell’avere uno scopo di supporto alle vittime di molestie questo Sportello sarà molto importante perché avrà il compito di contrastare il fenomeno delle violenze e delle molestie attraverso tutta una serie di progetti di recupero sociale e dell’infanzia. Ci impegneremo sin dal primo minuto di nascita dei bambini per inculcare la non violenza, quindi sarà un lavoro molto importante, particolare e diretto ai giovani affinchè abbiamo conoscenza degli errori che commettono. Un esempio sono quei tre ragazzi che hanno dato fuoco al clochard, la cosa che rappresenta una sconfitta per le istituzioni è il fatto che il ragazzo dice che era annoiato. Bisogna far sì che le amministrazioni tutte debbano fare in modo che l’infanzia trovi degli stimoli, motivazioni e incentivazioni del proprio territorio per la qualità di vita per quanto riguarda i diritti dell’infanzia. Oggi avevamo tanta qualità, tanta professionalità, ma soprattutto avevamo tantissimi giovani perché dobbiamo parlare a loro, vogliamo far sì che loro facciano in modo che ci siano dei genitori che si occupino dei propri figli”.
“Lo Sportello Antiviolenza è stato voluto dalle amministrazioni comunali e dall’associazione Medea perché è uno Sportello istituzionale – ha spiegato Tiziana Di Gregorio – più che altro perché è uno Sportello che avvicina le donne vittime di violenza a denunciare e a parlare delle loro problematiche. Porto avanti questo progetto da più di due anni, ci sono state tante aperture di Sportelli. La donna, avendo la sicurezza di trovare degli Sportelli Antiviolenza nei Comuni, secondo il mio pensiero è più spinta ad andare a chiedere aiuto. Questa è una cosa importante perché all’interno dello Sportello c’è sempre una psicologa che accoglie le vittime di violenza, non solo ma anche gli uomini, le persone adulte e gli adolescenti che hanno problemi di fenomeni che riguardano appunto il bullismo e cyberbullismo. Noi dell’associazione Medea stiamo lavorando molto sul territorio regionale, ma anche sul territorio nazionale con diverse attività, stiamo facendo informazione all’interno delle scuole e stiamo facendo tanti convegni per sensibilizzare anche tutti i cittadini. Sono tanti i fattori che vanno a creare determinati fenomeni, il bullismo può nascere anche dall’ambiente in cui vive il ragazzo che può diventare bullo perché magari nell’ambiente in cui vive ci sono dei momenti di aggressività ad esempio nella sua famiglia che poi magari rivive con i suoi compagni di scuola”.
“È veramente un grande orgoglio essere qui perché oggi vengo nella veste di responsabile regionale della disabilità – ha sottolineato Andrea Silvestrone – questa è una grande novità che riguarderà da oggi in poi gli Sportelli Antiviolenza, è un grande onore ricoprire questa carica anche perché dà modo di individuare qualcuno che rappresenti il mondo della disabilità e delle violenze commesse al suo interno e questo richiede un’apertura culturale prima di tutto perché le violenze verso i disabili non sono solo quelle fisiche, ma sono quelle psicologiche, mentali, dell’isolare le persone, di non valorizzare i talenti che una persona, seppur colpita da disabilità, ha. È un’apertura culturale straordinaria e sono orgoglioso di rappresentarla. Io sono sempre particolarmente felice quando la platea è composta da ragazzi giovani, da gruppi di studenti perché è proprio su di loro che bisogna investire. Il messaggio che io do sempre, soprattuto oggi con lo Sportello Antiviolenza, è quello di aprirsi, di parlare, di non avere mai paura perché la debolezza non appartiene a chi è vittima di violenza, ma a chi usa violenza sugli altri, è il braco che attacca, quindi rompere il silenzio e non aver mai paura. Oggi lo Sportello Antiviolenza si propone proprio per questo: per ascoltare, per aiutare, per rapportare e prevenire. È il messaggio che do sempre è quello che è rivolto a tutti quanti nel senso che ogni condizione sfavorevole della vita può essere trasformata in grandissima opportunità. Io porto nel mio piccolo la mia esperienza di atleta paralimpico e cerco di dimostrare che la carrozzina non sia un limite di fronte a nulla, né allo sport né alle opportunità che abbiamo quotidianamente, bisogna solo saperle cogliere”.
“La giornata di oggi è importantissima non soltanto per l’apertura dello Sportello Antiviolenza, che è un segno di civiltà – ha commentato lo Sabatino Trotta – ma la cosa bella di oggi è la presenza di tutti questi giovani in sala perché il mio augurio è che un giorno si arrivi non ad aprire Sportelli contro la violenza, ma a chiuderli perché non ci deve essere violenza. Quindi il messaggio di oggi è quello di fare cultura per il futuro, perché questi ragazzi sono il futuro per far sì che questi Sportelli non siano più necessari. La problematica nel territorio è molto forte anche per un altro aspetto: c’è molta omertà, è molto misconosciuta, c’è molta violenza domestica, nelle istituzioni. È misconosciuta perché non c’è ancora la cultura del rendere noto perché, non sappiamo ancora perché, c’è quasi un senso di colpa, si pensa ‘mi toccava’ e questo non è possibile perché la violenza non è segno di civiltà. Le cause che portano a commettere violenza sono varie, oggi ovviamente questo Paese vive un grosso problema socio-lavorativo e anche di recupero delle proprie tradizioni, della propria identità. Questo credo che sia estremamente importante per destabilizzare queste persone che poi mettono in atto, spesso in famiglia, questi comportamenti violenti”.