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Cronaca Pescara

Bussi, il ministro vuole dirottare i 50 milioni per la bonifica: “No alle tombature”

Bussi sul Tirino. -“La burocrazia, oltre alle necessarie verifiche amministrative, per troppi anni, hanno bloccato le bonifiche. Da quando sono al timone del ministero abbiamo definito la questione della proprietà dei siti e stanziato i primi 50 milioni, pronti a partire appena emessa la sentenza. Ora non ci sono più dubbi. Chi ha inquinato deve pagare e bonificare”.

Con questo post pubblicato su Facebook, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha commentato la sentenza del Consiglio di Stato che attribuisce a Edison la responsabilità dell’inquinamento dell’area dove nel 2007, a Bussi sul Tirino, è stata scoperta la cosiddetta discarica dei veleni.

Parole che potrebbero sembrare positive per il territorio abruzzese, non fosse che Costa abbia aggiunto: “Abbiamo inconfutabilmente il responsabile di tutto ciò: la Edison – dichiara Costa – Lo dicevamo da anni, ma un conto sono le parole un altro i fatti. La Edison si attivi immediatamente per le bonifiche. Vigileremo e ci renderemo parte attiva affinché Edison nel più breve tempo possibile inizi le attività di bonifica e potremo re-investire i 50 milioni per altre operazioni di messa sicurezza del nostro Paese”.

Un’ipotesi, quella di dirottare i fondi altrove, che ha fatto saltare sulla sedia il sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta: “Quei fondi sono vincolati, sono soldi del terremoto finalizzati a una bonifica per una successiva reindustrializzazione. Per poter essere utilizzati in modo diverso bisogna che venga approvata una legge che li tolga da quel fondo sull’Aquila 2009 e li metta in un altro fondo. Come fa il ministro, quindi, a togliere quei fondi per L’Aquila e mandarli, che so, a Bergamo?”.

Dura la reazione del primo cittadino bussese, che ha aggiunto: “La cosa più semplice è quella di firmare il contratto subito per dare vita alla Bonifica del sito di Bussi”. E vengono avanzati dubbi anche sull’appalto in corso per la bonifica, con una gara in corso da due anni e la firma ministeriale ancora mancante: “Io non so neanche se questa gara d’appalto per la bonifica sia stata annullata e non lo dicono a me che sono il proprietario di quel terreno? Nessuno eventualmente mi ha detto nulla, quindi mi si spieghi perché questa proposta. Quel progetto di bonifica e non di tombatura è stato approvato da un progetto fatto dal ministero che lo ha fatto approvare: ora, se il ministero non è più d’accordo ci deve spiegare qual è il motivo vero di questo dietrofront”.