Pescara. Non danno segnali troppo incoraggianti le statistiche elaborate dal Comune di Pescara e dall’Attiva riguardo la situazione della raccolta differenziata per la città di Pescara.
Quello adriatico, con un dato al 30%, è al penultimo posto fra i capoluoghi d’Abruzzo (prima è Teramo al 62 per cento, Chieti è al 55, segue Pescara e chiude l’Aquila al 26 per cento): “Potremmo migliorare e vogliamo farlo”, afferma l’assessore all’Ambiente Paola Marchegiani, “dal report emergono criticità sulla raccolta stradale e problemi sulla localizzazione dei cassonetti, molti posti in luoghi non idonei. Fra le criticità da risolvere c’è la situazione al mercato del pesce e sulla riviera, problemi che verranno affrontati nella strategia che riguarderà i prossimi mesi”.
“La raccolta differenziata a questo livello genera soprattutto costi e comprime dei risparmi sensibili che potremmo ottenere se la portassimo già al 40 per cento”, spiega ancora la Marchegiani, “L’obiettivo è riuscire ad andare oltre, a riposizionare Pescara nella classifica dei capoluoghi e al contempo a formare categorie, cittadini e addetti perché in tre anni questo salto anche di civiltà diventi possibile”.
“Con la differenziata al 40 per cento – aggiunge Massimo Del Bianco, manager di Attiva Spa – si potrebbero risparmiare circa 750mila euro, se andassimo al 50 si arriverebbe a 1,4 milioni di euro e con il 65% di raccolta (portando dunque solo un terzo in discarica) potremmo risparmiare 2,4 milioni di euro”.