“La vicenda di Roberto, inutile a dirsi, è stata una delle più drammatiche della mia consiliatura, – ha ricordato il sindaco Albore Mascia – quel ‘caso’ ha sconvolto tutta la città che per giorni ha partecipato attivamente alle ricerche di quel giovane scomparso nel nulla, all’improvviso, il 14 dicembre 2011, mentre faceva footing, come tanti altri appassionati sportivi, sul nostro splendido lungomare, e, dopo un’ultima ripresa delle telecamere, sembrava essersi volatilizzato nel nulla. Volontari della Protezione civile, Forze dell’Ordine, ragazzi qualunque, mamme, papà, ricordo che lo hanno cercato ovunque, passando al setaccio i nostri centri d’accoglienza, magari pensando a un trauma che potesse aver causato un’amnesia temporanea. Ricordo i volantini che venivano distribuiti ovunque sul territorio, nei negozi, in Comune, ricordo la partecipazione viva della città al dolore di una famiglia che ancora sperava, e poi l’appello lanciato dal palco di piazza Salotto nel giorno di Capodanno dalla sorella Lorena, e ancora c’era la speranza. Purtroppo la vicenda si è chiusa nel modo più drammatico, lasciando in tutti noi la disperazione per non essere riusciti a strappare alla morte un ragazzo straordinario, amato da tutti. Ricordo la partecipazione ai funerali di Roberto, e il rapporto con i genitori e con il sindaco di Moresco, con papà Mario e mamma Rita che ancora, un anno dopo il dramma, in occasione del corteo svoltosi a Pescara, hanno avuto il coraggio e la forza di definire Pescara e i pescaresi una ‘città straordinaria fatta di persone eccezionali’ che li hanno fatti sentire parte di una famiglia. In realtà è la famiglia Straccia a essere eccezionale, una famiglia che ha vissuto un dolore immenso con grandissima e ammirevole compostezza, e che giustamente ancora oggi chiede solo chiarezza da quelle Istituzioni che devono fare piena luce e far sparire ogni minima ombra dalla vicenda di Roberto. E io mi associo alla loro richiesta. Quando nei giorni scorsi è arrivata, da parte degli amici di Roberto e dell’Associazione che ne porta il nome, la proposta di poter installare una targa a Pescara, nell’area della Madonnina, una targa che ne ricordasse per sempre il nome, ho subito accettato per due ragioni. La prima, perché Pescara vuole ricordare per sempre il volto sorridente di quel ragazzo di Moresco che ci aveva scelto per i suoi studi universitari e che si trovava bene nella nostra città. La seconda, perché siamo certi che la giornata odierna, e questa targa potranno servire per tenere sempre alti i riflettori delle Istituzioni sulla storia di un ragazzo che aveva tutta una vita davanti e che ancora, in qualche modo, deve raccontarci cos’è accaduto quel 14 dicembre del 2011”.
“Quando è accaduto il dramma – ha ricordato con gli occhi lucidi papà Mario – ce l’avevo con il posto, poi, a mente lucida, ho capito che il posto, Pescara, non c’entrava nulla. Ora, ogni volta che si organizza un evento, una manifestazione, nel nome di Roberto, torno sempre qui e porto due mazzi di fiori: uno è per il fiume che ha accolto l’ultimo viaggio di Roberto; il secondo è per la Madonna, che sa quello che è successo quel giorno e che ci aiuterà a scoprire la verità fino in fondo”.
I Runners Pescara hanno omaggiato la famiglia Straccia con una targa in ricordo di Roberto, e l’Associazione e la famiglia Straccia, a loro volta, hanno consegnato targhe e la tessera di socio onorario alla stessa Associazione ai Runners Pescara, all’Inter Club, all’Associazione Donne Biancazzurre e al sindaco Albore Mascia. Quindi, dopo che Mario Straccia ha gettato in mare un mazzo di Calle nel fiume, e dopo aver ringraziato il signor Gabriele Di Fonzo, di Pescara, che si occupa della manutenzione dei fiori ai piedi della Madonnina, è stata scoperta la targa con l’immagine e le parole di Roberto. Quindi il sindaco Albore Mascia ha omaggiato mamma Rita e Lorena con due bouquet di fiori e ha donato il cristallo di ‘Pescara Città dannunziana’ a papà Mario.
“La giornata odierna – ha detto il sindaco Mercuri – è la testimonianza che anche dalla cose brutte si può riuscire a tirare fuori le cose buone. Ormai c’è un filo diretto tra il Ponte del mare e il Ponte dell’Aso, un terzo ponte indistruttibile su cui vogliamo immaginare cammini il nostro Roberto”.