Accade spesso, troppo spesso, praticamente ogni volta che il Pescara supera il livello di guardia, che nel canile di via Raiale scatti l’allarme allagamento. Abbastanza scontato per una struttura a due passi dal fiume. Ben poco ha insegnato la precedente esondazione del 1992, che ha costretto il Comune a spostare il canile dai locali siti proprio lungo l’argine all’attuale struttura leggermente più al riparo dall’acqua. Dei semplici box a cielo aperto, un recinto che sa di provvisorio ormai da 21 anni. Si parla da tempo di spostamento, ma il Comune proprietario è alla ricerca di un benefattore che metta a disposizione un terreno altrove. Così, anche negli ultimi giorni, mentre il fiume straripava, i volontari della Lega per la Difesa del Cane portavano in salvo gli oltre cento cani e gatti, ospitati dalle case e dal grande cuore dei pescaresi che hanno accolto gli animali nelle loro abitazioni.
“Nella tragedia sfiorata”, denunciano i volontari che gestiscono i ricovero per animali, “il Comune e le autorità competenti
La dura critica all’amministrazione comunale giunge direttamente da Piera Rosati, presidente nazionale della Lega del Cane: “In numerose occasioni l’assessore alla Tutela del mondo animale, Maria Grazia Palusci, ha dichiarato la necessità di trasferire il canile comunale, ribadendolo poi dinanzi al Ministero della Salute. Ma a marzo di quest’anno il Comune ha fatto marcia indietro a causa di mancanza di fondi. I fondi”, sostiene Rosato, “in realtà erano in cassa, almeno la restante parte del mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione di un’oasi per gli animali, per un importo di 195mila euro che il sindaco ha preferito dirottare sulla sistemazione di un parcheggio”.
Se un disastro è stato evitato grazie alla generosità dei pescaresi che sono accorsi a salvare cani e gatti, un altro è stato purtroppo inevitabile a causa dell’inciviltà di altri pescaresi, quelli che hanno ignorato la pericolosità del fiume concretizzatasi nel ’92, occupando abusivamente l’ex canile distrutto dalla storica piena per farci una stalla per cavalli. A maggio scorso il Comune ne aveva ordinato la demolizione (da compiere entro giugno), eppure lunedì scorso tre cavalli erano ancora lì. Non c’erano i loro crudeli proprietari, che se ne sono infischiati e li hanno lasciati in preda al Pescara che strabordava. I volontari del canile non hanno fatto altrettanto e “senza aiuto di autorità – riferiscono – o di vigili del fuoco” si sono precipitati a soccorrerli per cercare di liberare quegli animali che stavano morendo sotto i loro occhi. Purtroppo solo un cavallo è stato tratto in salvo, “gli altri due”, commenta la nota della Lega del Cane, “hanno pagato con la propria vita l’indifferenza di coloro ai quali la LNDC di Pescara da anni denunciava e chiedeva il sequestro degli animali”. Una delle carcasse è stata recuperata martedì mattina sulla spiaggia della Madonnina, l’altro equino è stato avvistato dalle forze dell’ordine lunedì notte mentre nuotava trascinato via dalla corrente del fiume.
Daniele Galli