La procura di Pescara ha chiuso le indagini relative alla morte del giocatore Piermario Morosini, avvenuta il 14 aprile 2012 allo stadio Adriatico nel corso della partita di serie B tra l’allora squadra di Zeman e il Livorno. Al 31′ minuto del secondo tempo il centrocampista 25enne fu colto da un malore, si accasciò sul campo perdendo conoscenza e non riprendendola più, fino alla morte avvenuta al pronto soccorso dell’ospedale Spirito Santo.
Le modalità di soccorso sono finite al centro delle indagini del pm Valentina D’Agostino, mirate sorpattutto ad accertare il corretto intervento a bordo campo con il defibrillatore per rianimare il giovane colpito da cardiomiopatia aritmogena. Per questo, a conclusione delle indagini, al successivo step d’inchiesta passano, con l’accusa di omicidio colposo, le figure di Manlio Porcellini, medico sociale del Livorno, Ernesto Sabatini, medico della società biancazzurra, e Vito Molfese, il medico del 118 in servizio quel giorno allo stadio. Ad intervenire su Morosini agonizzante fu anche Leonardo Paloscia, primario dell’unità coronoarica e del reparto di Cardiologia del nosocomio pescarese, quel giorno allo stadio come tifoso e subito precipitatosi sul terreno di gioco per prestare soccorso. Paloscia, inizialmente, fini sul registro degli indagati: stralciata invece ora la sua posizione, che molto probabilmente finirà per essere archiviata definitivamente in breve tempo. Entro fine anno il pm dovrà decidere sui rinvii a giudizio.