Ponte del Mare, il giorno dopo l’incidente. Passato lo spavento per quello che poteva succedere, a causa dell’imprudenza di chi ieri manovrava la draga Cobra della Sidra e non ha abbassato la gru che è andata a sbattere violentemente contro il ponte, oggi si pensa a ciò che è successo. Alle responsabilità da attribuire ci si arriverà con le inchieste amministrative che la Capitaneria di Porto ha aperto secondo le norme del codice marittimo: in sostanza, la stessa procedura per l’incidente attribuito al capitano Schettino. L’immediatezza parla del sopralluogo effettuato stamattina dal progettista dell’opera, Mario De Miranda, sceso di corsa da Milano dopo aver visionato le impressionanti immagini dello scontro immortalate dalle 14 telecamere di sorveglianza dell’attraversamento ciclopedonale.
Alle 7:30 l’imbarcazione ha lasciato la banchina sud con 4 persone a bordo, nessuna delle quali si è accorta che il braccio della gru era alzato. Viaggiando a 4-5 nodi di velocità si è diretta verso la foce, andando ad urtare di netto contro la parte centrale del ponte, ovvero quella maggiormente sospesa. La fortuna ha voluto che l’inclinazione della gru era diretta verso i monti, altrimenti l’andamento della nave l’avrebbe trasformata in un ariete. Seppur strisciando, quindi, il braccio metallico ha sventrato la pancia della campata ovest, provocando il sollevamento del mezzo meccanico che opera sullo scafo: quando la rete metallica spezzata ha lasciato andare la gru, la cabina sottostante è tornata immediatamente a poggiare con i cingoli, mentre il braccio schizzava come una frusta a sbattere contro l’altra campata del ponte, prima di collassare sulla pancia del motopontone. Se la ripresa più lontana effettuata dalla telecamera della Capitaneria mostra solo l’urto virulento, i 14 obiettivi piazzati dal Comune sul Ponte del Mare hanno immortalato le scene più terrificanti: l’intera struttura ha oscillato con una forza estrema, avvertita nettamente da alcuni sportivi che in quel momento facevano footing o pedalavano spensieratamente sull’attraversamento ciclopedonale. Sono loro, che scappano tappandosi le orecchie a causa del rumore del crash della gru, a certificare che la tragedia sfiorata poteva avere conseguenze fatali.
Anche l’ingegner De Miranda, che il ponte lo ha progettato, calcolandone le tolleranze di ogni vibrazione e stilando gli sforzi che possono sostenerne i sostegni, deve essere rimasto shockato alla vista delle immagini che ieri il sindaco Mascia gli ha inviato presso lo studio di Milano. Al punto che alle prime luci di questa mattina era già sul ponte, insieme ai tecnici del Comune, per una prima stima dei danni causati dall’urto. Già dal basso del molo sud, l’ingegnere ha potuto vedere i rattoppamenti effettuati alle griglie del sottopancia, che in sostanza servono ad impedire a gabbiani, piccioni e fratini di nidificare tra le travi d’acciaio. Salito sui due assi, però, la situazione si è fatta più critica. Almeno 4 o 5 smorzatori, ossia gli impianti di tensione delle funi che collegano il ponte all’antenna centrale, hanno dei piccoli tratti fuoriusciti dalle custodie di acciaio. Poi in un punto centrale della navata ciclabile, due giunti lungo il passamano del ponte risultano allargati, mentre sul pavimento della pista ciclabile è ben evidente una specie di spaccatura che, però, potrebbe anche essere precedente all’incidente: per stimare l’entità dell’eventuale danno sarà necessario, quindi, effettuare un carotaggio e verificare la profondità della spaccatura. Altri controlli sulla stabilità, infine, dovranno essere effettuati su alcuni bulloni che risultano mancare dalle apposite viti.
Non basta guardare da fuori: per verificare con esattezza, quali eventuali danni strutturali o meno potrebbero essere stati determinati dall’urto della gru, sarà necessario entrare all’interno della pancia del Ponte del Mare Cobra. “Entro la prossima settimana”, spiega il sindaco Albore Mascia, “gli uffici tecnici comunali individueranno un’impresa dotata di un cestello e delle attrezzature necessarie per smontare la carena, ossia il rivestimento esterno del ponte, per consentire l’ingresso dei tecnici che andranno a esaminare ogni più piccolo asse in acciaio. Nel frattempo acquisiremo dall’Università di Trento i dati forniti dai sensori posizionati sul ponte, che ci consentiranno di intercettare ogni possibile modifica dell’assetto del ponte, mentre già da lunedì il geometra D’Ambrosio avvierà i rilievi topografici, sei al giorno, per capire quali sono gli eventuali movimenti dell’antenna centrale e delle due campate nell’arco delle ventiquattro ore dopo l’incidente, dati che verranno confrontati con quelli realizzati al momento del collaudo”. Il ponte, però, a detta del progettista De Miranda, è stato costruito per sopportare sollecitazioni e movimenti in senso verticale anche di un metro, ma sarà lui stesso a coordinare la propria equipe tecnica per verifiche su ogni singolo asse che compone tutto l’impalcato della struttura che la tolleranza statica del manufatto non abbia sortito sollecitazioni oltre i limiti.
Il sindaco Mascia punta a riaprire al più presto l’attraversamento pedonale, in vista dell’estate imminente che attira migliaia di persone sull’opera-simbolo della città. Prima, però, bisognerà provvedere ad una specie di nuovo collaudo. Già da lunedì mattina il geometra D’Ambrosio, lo stesso che effettuò i rilievi topografici del ponte in fase di collaudo, ripeterà i rilievi per verificare la presenza o meno di eventuali modifiche all’assetto dell’antenna centrale e, per tale ragione, eseguirà almeno 6 rilievi al giorno nei punti che verranno indicati dal professor De Miranda. Quindi i nuovi dati potranno essere messi a confronto con quelli precedenti all’incidente. Contemporaneamente si useranno anche i dati forniti dai sensori che i tecnici dell’Università di Trento posizioneranno sul ponte.
“Ovviamente al momento non possiamo quantificare, dal punto di vista economico, la spesa che sarà necessario affrontare”, sottolinea ancora il sindaco insieme al vicesindaco Fiorilli, “e che comunque ora il Comune anticiperà in attesa di definire la pratica risarcitoria nei confronti del proprietario della draga, mentre il nostro Ufficio legale valuterà l’eventuale possibilità di procedere anche con il danno d’immagine che tale incidente ha prodotto alla città. La nostra parola d’ordine ora è fare presto e fare bene, per riaprire subito il ponte al pubblico, ma nella massima sicurezza, quindi per noi è già cominciato il conto alla rovescia per rendere di nuovo transitabile la struttura”.
Daniele Galli