Pescara. La draga è pronta ad arrivare il 7 febbraio, ma è la Regione a dover autorizzare i siti per sversare la parte pulita della sabbia che rende impraticabile il porto canale. La Sidra, ditta che eseguirà i lavori, e il provveditorato alle opere pubbliche spiegano agli armatori quali sono i motivi che terranno i pescherecci fermi fino a metà marzo.
Sono stati il direttore tecnico della Sidra, l’ingegner Carlo Alberto Marconi, e Giampiero Bisol, funzionario del provveditorato interregionale alle Opere pubbliche a spiegare ieri alla marineria pescarese, bloccata dal 5 luglio dall’insabbiamento
del porto canale, quali sono i motivi che non hanno ancora fatto partire gli scavi per 200mila metri cubi dalla struttura portuale. Il cantiere per il dragaggio è stato consegnato alla ditta vincitrice dell’appalto già il 15 luglio scorso, ma per ora, hanno spiegato i due esperti, si stanno eseguendo analisi e caratterizzazioni sui materiali da rimuovere “affinchè stavolta non possa arrivare nessun esposto a bloccare tutto”.
Pescatori e armatori scalpitano, vogliono sapere perchè, se effettivamente possono essere scavati 2mila metri cubi di materiale al giorno, solo a metà marzo potranno prendere di nuovo la via del mare. Questioni burocratiche, annoso male italiano. Ovvero, se i tecnici della Sidra sono pronti a carotare e far analizzare nel tempo record di 10 giorni ciò che poi dovranno portar via da porto e avamporto, è l’amministrazione pubblica a dover accelerare.
E’ la Regione Abruzzo che Bisol e Marconi chiamano in causa: perchè deve dare un ok generale al dragaggio, ma soprattuto perchè deve rendere disponibili due siti già passati sotto Valutazione di impatto ambientale e bisognosi di ripascimento dove andare a sversare le sabbie pulite che verranno asportate dal bacino portuale. “Abbiamo una nave pronta ad arrivare già il dieci febbraio”, garantisce il direttore tecnico della Sidra, “ma prima l’arta deve convalidare le analisi del nostro laboratorio”.
Insomma, ci sono due navi capaci di caricarsi ciascuna 100mila metri cubi di sabbia e fango pronte ad arrivare a Pescara: ma se la Regione, o l’organismo analitico da questa delegata, non dicono che quella sabbia e quel fango possono essere dragati nè dove possono essere scaricati, quelle navi stanno bene altrove.
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di Daniele Galli