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Spoltore: imprenditore in crisi spara e si barrica nella sala scommesse

Spoltore. Il titolare di una sala scommesse di Santa Teresa si è barricato all’intero della sua attività dopo aver sparato alcuni colpi di pistola. La crisi economica l’avrebbe spinto al gesto estremo.

Marcello Sborgia, titolare del punto Snai ‘Pakundo Bet’ di via mare Adriatico a Santa Teresa di Spoltore, si è barricato all’intero della sua attività dalle prime ore del pomeriggio, dopo aver sparato in aria un paio di colpi di pisto.a. L’uomo, titolare anche dell’omonima agenzia immobiliare, avrebbe fatto allontanare clienti e dipendenti all’ora di pranzo, prima di attuare il suo gesto estremo.

A spingerlo l’imprenditore a tanto ci sarebbe una pesante difficoltà economica. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Pescara, guidati dal capitano Claudio Scarponi, che comunicano con Sborgia via sms, trattando con lui per farlo desistere dal compiere azioni irrimediabili. I militari hanno transennato il piazzale adiacente all’uscita del viadotto che collega la zona con la zona industriale di San Giovanni Teatino: l’area, molto trafficata e nei pressi di negozi e bar, si è subito affollata di curiosi. Come costruttore, infatti, l’uomo è molto noto a Spoltore: tra le persone radunatesi ci sono anche l’attuale sindaco Luciano Di Lorito, l’ex sindaco Franco Ranghelli e l’ex presidente del consiglio regionale Marino Roselli.

GESTO ANNUNCIATO? “Buongiorno mondo oggi sara una giornata particolarmente…………….. Vediamo”. Con questa frase, pubblicata sulla propria pagina Facebook alle 8:00 di questa mattina, Marcello Sborgia potrebbe aver in qualche modo annunciato le sue intenzioni. Oltre all’attuale difficoltà di pagare dei debiti contratti con la banca, apparentemente comunicata via sms, Sborgia è stato anche rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Gennaro Varone, che ha travolto il Comune di Spoltore.

UN MESSAGGIO DELL’IMPRENDITORE DISPERATO

Una e-mail, inviata direttamente da Marcello Sborgia alla nostra redazione mentre è ancora asserragliato nel punto Snai di Santa Teresa, spiega le sue motivazioni. Pubblichiamo la lettera integralmente:

La presente solo per ristabilire la realta dei fatti. Sono e mi chiamo Marcello Sborgia, indagato dal Dottor Varone nella storia di Spoltore tanto per chiarire. Stiamo nel settore delle costruzioni e delle scommesse. Da tempo abbiamo iniziato un complesso immobiliare denominato babyrecidences con 72 appartamenti di cui venduti 68 sulla carta. Dopo i clamori dell inchiesta della procura ed alcune altre vicissitudini la banca che aveva finanziato l’opera non ha piu voluto erogare i sal che ci sarebbero spettati da contratto adducendo  varie motivazioni. Tutte le soluzioni da noi prospettate non hanno sortito nessun effetto. Abbiamo capito poi il perchè. Purtroppo la banca che ha finanziato questa opera non ha soldi per poter farci andare avanti col mutuo. Non rivelo il nome della banca in quanto sarebbe sgradevole ed ingiusto parlare di persone od entita che nn siano presenti. Ci hanno applicato interessi pari a circa il 27,50%, ci hanno fatto delle altre angherie che non specifico perchè hanno rilevanza penale. E dulcis in fundus hanno anke bocciato il piano di vendita dell’intero complesso. Si badi bene senza mai dare nessuna risposta per iscritto per nn impegnarsi e potere essere attaccati. Il nostro gruppo vanta propieta per 40 milioni di euro, ciò risulta da una stima fatta da un tecnico per la ipotesi di poter aderire ad un fondo immobiliare di social housing, quindi un attivo diciamo così. Ebbene adesso la mia protesta è tesa solo ed esclusivamente contro questa banca e per smuovere la stessa per farci finire di fare il cantiere con 58 persone che ancora attendono la consegna. Il senso della mia protesta è tesa solo a cercare di garantire la casa a quelle persone che in maniera del tutto naturale si sono fidati della faccia del sottoscritto. Adesso noi possiamo vivere nella povertè e nell’indigenza ma io non posso fare a meno della dignità. Questa banca mi ha fatto perdere la dignità. Non posso guardare mia figlia pensando che gli altri mi possano accusare di averli turlupinati o di averli derubati. La mia famiglia di umili origini di diretta coltivatrice non ha mai fatto a meno della dignità, ed io nn posso fare diversamente. Ieri sera un cliente mi ha inviato un messaggio: “Ciao marcello chiamo in ufficio e mi si alza un muro nn riesco mai a parlare con te, le tue segretarie sono molto brave a dribblarmi. Ti volevo solo dire che sempre e comunque la mia stima e fiducia, ma ti volevo anche dire che ti ho consegnato tutti i miei risparmi, i risparmi di una vita e penso di avere il diritto ad avere la casa per cui mi sono impegnato”. Ebbene di fronte a queste sacrosante dichiarazioni non posso non mettere a repentaglio la mia vita e fare di tutto affinché io debba consegnare gli appartamenti e quindi ripagare la fiducia di cui mi hanno affidato i clienti. Soffro terribilmente passare per quello che non sono, sono un lavoratore che ha dedicato tutte le mie energie a questa impresa, non mi sono mai risparmiato, le ultime ferie (3 giorni a Capri) risalgono al 2007, voglio con questo gesto ripagare almeno in parte la fiducia ripostami. Non è assolutamente una protesta contro i debiti od altra cosa io ciedo alla banca di fare la banca e di espletare cio x cui ci siamo accordati.