Il collegio IPASVI di Pescara, denuncia dati allarmanti sul personale che opera nelle unità di Geriatria, Ortopedia, Chirurgia I e Chirurgia Vascolare dell’Ospedale civile di Pescara.
“Il rapporto tra personale e pazienti, che secondo uno studio recente dovrebbe essere di uno ogni sei degenti, in questi reparti dell’ospedale, sale addirittura a un infermiere ogni 15 o 18 pazienti”, ha spiegato Irene Rosini, presidente del collegio.
“Dello stato di precarietà assistenziale in tutta la Asl, compresi i presidi di Penne e Popoli”, è stato informato anche l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci. E’ diventata purtroppo una consuetudine – ribadisce la Rosini – assistere al sovraccarico di pazienti nelle suddette unità operative. Il personale infermieristico e socio sanitario riesce appena a garantire il minimo bisogno assistenziale. E a volte con grande difficoltà neppure quello. Al di là di chi sia la responsabilità, le istituzioni preposte devono impegnarsi affinché sia garantita un’assistenza efficace ed efficiente, che risponda ai bisogni di salute dei cittadini e faccia lavorare in sicurezza gli operatori”.
Le richieste di Ipasvi all’assessore Paolucci. Nell’incontro con l’assessore Silvio Paolucci gli infermieri del collegio provinciale Ipasvi hanno chiesto un impegno forte su alcuni fronti: investire sul personale, dando il via alle procedure concorsuali che non avvengono più dal 2001, fatta eccezione per il personale dell’area critica; attivare il tavolo tecnico per il nomenclatore tariffario regionale, sia all’assessorato sia all’agenzia sanitaria regionale, per riconoscere le prestazioni infermieristiche e dare il via all’apertura degli ambulatori infermieristici sul territorio per i pazienti affetti da patologie croniche che necessitano di continuità assistenziale.
“L’assessore Paolucci – riferisce Irene Rosini – si è impegnato sulla questione, individuando risorse economiche dedicate. Nello stesso incontro abbiamo ribadito le criticità già registrate riguardo l’acquisizione di personale infermieristico da agenzie interinali, circa la loro selezione per la somministrazione di prestazioni infermieristiche e l’ormai purtroppo consolidata e negativa consuetudine di far eseguire attività domestico alberghiere al personale infermieristico. A questo proposito gradiremmo sapere se siano state messe in campo strategie volte a combattere certi atteggiamenti”.