Pescara. Sette persone sono state arrestate nelle prime ore del giorno dalla squadra mobile di Pescara per detenzione a fine di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione ha sgominato un’organizzazione che operava tra il Lazio, dove risiede un nucleo familiare di cinque persone proveniente dalla ex Jugoslavia e Pescara, dove erano attive due rom che vivono a Rancitelli e Fontanelle. Secondo la polizia importavano droga dalla Spagna, facendola arrivare nel Lazio per poi smistarla su Pescara.
Gli arrestati sono Elena Spinelli, detta “Carmusina”, 32 anni e Antonietta Spinelli, 36 anni, entrambe residenti a Pescara; Began Hrustic, detto “Mario”, 49 anni, nato in Bosnia Erzegovina e residente a Cesano (Roma) come gli altri stranieri finiti in carcere, che sono Senja Omerovic, detta “Sandra”, 50 anni, Hasib-Nenad Hrustic-Savic, detto “Antonio”, 27 anni e Alisa Hamidovic, 28 anni. L’ultima è Andrejana Hrustic, detta “Adriana”, 24 anni, nata in Bosnia Erzegovina e residente a Cesano, ricercata. La donna non è stata ancora trovata.
L’indagine, che ha preso il via dalla denuncia di un tossicodipendente, ha evidenziato il ruolo di spicco svolto dalle due nomadi pescaresi nello smercio di cocaina sulla piazza locale, a conferma – dice la mobile – di una prassi consolidata tra le famiglie rom, in base alla quale le attività di spaccio vengono portate avanti dalle donne e dai figli minori, mentre gli uomini si rendono disponibili solo per i contatti con i fornitori. Le due donne, a loro volta, si approvvigionavano di droga tramite i componenti della famiglia Hrustic, che aveva un canale di rifornimento a Barcellona.
L’anno scorso la mobile ha fermato un corriere con un chilo e cento di droga che poi ha ammesso di avere effettuato dieci-undici viaggi in un anno per questo gruppo. Si tratta di Virgilio Tidu, 47 anni, di Manziana, un panettiere insospettabile fermato a bordo di un’auto alla frontiera di Ventimiglia e proveniente da Barcellona. Gli sono stati sequestrati due involucri di cocaina (un chilo e 100 grammi) nascosti nella parte posteriore dell’auto, in una nicchia appositamente predisposta vicino gli ammortizzatori. Per ogni viaggio effettuato per conto della famiglia Hrustic veniva pagato tremila euro. Le indagini hanno sviluppato anche un altro filone che ha portato a cinque arresti nel mese di marzo. All’operazione di oggi, denominata “Persistenza”, ha partecipato anche la mobile di Roma, sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.