La vertenza delle 800 piccole e medie imprese balneari abruzzesi scende in piazza e lunedì sfilerà a Pescara, come già accaduto nel febbraio 2001, contro la direttiva Bolkestein. Il coordinamento delle principali associazioni rappresentative, ovvero Fiba-Confesercenti, Sib–Confcommercio, Fab-Cna e Assobalneari-Confindustria, ha infatti deciso di indire una manifestazione unitaria regionale che porterà lunedì prossimo, 29 ottobre, i balneari abruzzesi a protestare in corteo toccando i punti più rappresentativi della battaglia a difesa delle concessioni.
I manifestanti partiranno alle 9:30 da piazza della Repubblica, su cui si affaccia la nuova sede dell’assessorato al turismo, per proseguire in corteo fino a piazza Italia dove ci sono le sedi di comune, provincia e prefettura, e dunque in piazza della Marina dove è dislocata la capitaneria di porto. Il corteo si concluderà in piazza Unione, sede del consiglio regionale dove si riunisce anche la giunta. «La categoria sarà presente in massa”, spiegano i presidenti delle quattro sigle, “ma soprattutto ci appelliamo alle istituzioni: i parlamentari garantiscano la loro presenza, facciano altrettanto i consiglieri regionali e i sindaci arrivino in fascia tricolore e con il gonfalone”. “Aggredire le imprese della spiaggia vuol dire aggredire l’identità delle città costiere della nostra regione e del nostro turismo”, continuano i rappresentanti dei balneari, “In Spagna si sta avviando il rinnovo delle concessioni per 75 anni: vuol dire che anche in Italia ci sono le carte in regola per tutelare il turismo made in Italy dall’invasione forzosa delle multinazionali”. La direttiva europea, infatti, punta ad abbattere le concessioni pluriennali delle spiagge demaniali e regolare gli affidamenti di chioschi e ombrelloni alle aste pubbliche.
Nei giorni scorsi, il ministro Gnudi ha tenuto un duro scontro con la categoria causa la volontà di voler rendere effettiva la direttiva. L’opposizione dei balneari,invece, ha preso ad esempio la Spagna, ottenendo il ripensamento del ministro e la riapertura di un confronto con l’Europa. In vista di questo i balneari hanno indetto il corteo, per sensibilizzare quante più istituzioni possibili e schierarle al proprio fianco a difesa della tipicità italiana, dove gli esercenti del settore hanno investito da generazioni in bar, ristoranti e stabilimenti sulla spiaggia.