Terza rottura consecutiva, oggi, in diciassette giorni, per la condotta Aca T 300 in via Venezia: la città si è svegliata anche stamattina con la centralissima strada completamente allagata di acqua e fanghiglia, come già successo nelle scorse settimane nello stesso punto. Intorno alle 7, la stessa condotta è di nuovo esplosa, facendo di nuovo saltare l’asfalto in superficie e imponendo un nuovo intervento dell’Aca che ha dovuto smantellare per la terza volta in due settimane la pavimentazione stradale e cercare di eseguire la riparazione peraltro senza neanche interrompere il flusso dell’acqua per un problema, sembra, alle saracinesche. Grossi ed inevitabili i disagi per i commercianti e i residenti della zona, nonché per il traffico. La polizia municipale, coordinata dal maggiore Gino Di Bernardo, ha cercato di non chiudere completamente al traffico l’asse, con un inevitabile rallentamento dei veicoli in transito. Un tappo che ha a un certo punto della mattinata ha rischiato anche di bloccare il transito di un’autoambulanza, alla quale i vigili hanno faticosamente aperto un varco per far proseguire il viaggio dell’operazione di soccorso.
I tecnici presenti sul posto avrebbero riferito alla Polizia municipale, che cercava di gestire la viabilità, che il vero problema è rappresentato dalla condotta ormai troppo vecchia che non riuscirebbe più a tenere, subendo continue fratture. “Ma a questo punto è inutile continuare a mettere delle toppe”, sbotta il sindaco Luigi Albore Mascia, “dall’Aca pretendiamo un intervento strutturale definitivo, con la sostituzione totale della vecchia condotta. L’episodio odierno, l’ennesimo in diciassette giorni, è chiaramente sintomo di una gestione dell’azienda Aca che non va: occorre rivedere la governance, la struttura tecnica e quella amministrativa, di un Ente che oggi non riesce più a garantire non investimenti straordinari, ma neanche la manutenzione ordinaria”.
Con l’Aca Mascia se la prese già ad inizio mese: il primo la prima esplosione improvvisa delle tubature, e la replica il giorno dopo proprio dinanzi al liceo classico D’Annunzio. “Un’emergenza affrontata con inconcepibile ritardo dall’Azienda”, ricorda il primo cittadino; “intervenuta sul posto tre ore dopo la chiamata al call center da parte del Comando della Polizia municipale di Pescara, mentre l’acqua sgorgava a fiotti in superficie. L’Aca ha poi riparato il danno nel pomeriggio, ma di nuovo il 2 ottobre si è ripetuto il cedimento: intorno alle 16.30 la condotta aveva nuovamente ceduto ricominciando a far zampillare in superficie l’acqua con una nuova dispersione idrica. E anche in quel caso l’Aca ha deciso di intervenire solo il giorno dopo”.
“L’episodio odierno”, commenta ancora Mascia, “è chiaramente sintomo di una gestione dell’azienda Aca che non va: occorre rivedere la governance, la struttura tecnica e quella amministrativa, di un Ente che oggi non riesce più a garantire non investimenti straordinari, ma neanche la manutenzione ordinaria”.