Era il 4 luglio scorso, due giorni dopo l’omicidio del 42enne Tommaso Cagnetta, colpito da un proiettile nel corso di una lite per droga all’interno del ‘Ferro di cavallo’ di Rancitelli. Il giorno prima era stato arrestato, con l’accusa di omicidio, il rom Angelo Ciarelli, fratello maggiore di Massimo, giovane già in carcere per aver sparato all’ultras Domenico Rigante. Giorni di fuoco per la città e per la comunità nomade, messa alle strette dalle indagini delle forze dell’ordine. Veniva passata al setaccio l’abitazione di via Vicolo Moro, residenza della famiglia Ciarelli, dove occultati in un tombino erano stati trovati 13 proiettili calibro 38, corrispondenti con quello del delitto del giorno prima.
La perquisizione in casa e nei terreni tutti attorno, con cani e metal detector, era stata effettuata il 3 luglio, ma anche la mattina del 4 ci fu un gran parapiglia e un via vai di macchine e sirene nella traversina di via Aterno. La polizia, infatti, era andata per trarre in arresto Quirino Barbieri, foggiano 23enne appartenente al clan nomade pescarese e messo agli arresti domiciliari nell’abitazione di via Vico Moro. Ma da quella casa, il 27 giugno, era risultato mancante durante un controllo. Immediata la denuncia all’autorità giudiziaria che, sulla scorta dei precedenti del rom, ha ritenuto di aggravare la misura cautelare e destinarlo al carcere.
Ore di pesante stress per la famiglia Ciarelli, raccolta in quello che viene considerato un punto di ritrovo dell’intero clan: quando la Volante è andata per prelevare Barbieri, è scoppiato un parapiglia notato da molti passanti: alla polizia venne fatta resistenza, al punto da dover richiedere i rinforzi. Sul posto giunsero varie pattuglie, anche i Carabinieri, e uno di questi fu ferito al volto da due donne schierate a difesa di Barbieri: lesioni che necessitarono di 7 giorni per guarire.
Le due, tratte in arresto questa mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara, guidato dal tenente Salvatore Invidia, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. di Pescara per il reato di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, sono Eva e Francesca Ciarelli.
La prima, 34enne, è la sorella dei due accusati dei delitti, residente nel ‘Ferro di Cavallo’ a Rancitelli proprietaria della Golf sulla quale vennero ritrovate le tracce di sangue di Cagnetta, protagonista nello stesso piazzale di via Tavo di una furibonda lite nelle ore immediatamente successive alla morte del tossicodipendente 42enne, proprio sotto gli occhi della polizia che effettuava i rilievi. L’altra invece, 44, è loro cugina, residente a Francavilla. Entrambe, con vari precedenti a carico, sono state sottoposte agli arresti domiciliari.
Daniele Galli